Giallo, rosso e... Giallini
Siamo andati sul set del suo ultimo film. Tra un ciak e l'altro ha raccontato dei suoi esordi e della lunga gavetta. Non ha tempo per la tecnologia, ma il suo amore per il cinema, la musica e i 'poeti dello sport' ne fanno un artista a tutto tondo
Nelle sale il 19 novembre con 'Loro chi?’, Marco Giallini è sul set di 'Perfetti sconosciuti’ di Paolo Genovese, in uscita a febbraio. Appassionato di musica e motociclette, l'attore romano racconta del suo rapporto con la tecnologia e del suo amore per i 'poeti’ dello sport. Dopo una lunga gavetta, ha raggiunto il successo vincendo nel 2012 il Ciak d’Oro come personaggio cinematografico dell’anno e Nastro d’Argento come miglior attore non protagonista per 'A.C.A.B.’ e 'Posti in piedi in paradiso’.
Come ha iniziato a fare l’attore?
Mi piaceva. Mi attraevano molto sia la musica sia il cinema. Ho frequentato per tre anni la scuola di recitazione e poi ho recitato per la prima volta in uno spettacolo a 28 anni. Prima facevo lavori 'normali’: l’imbianchino, l’autista del camion delle bibite.
E la sua formazione cinematografica?
Da ragazzino amavo i film di Sergio Leone ma mi piace molto anche la commedia all’italiana, 'Quel pomeriggio di un giorno da cani’, 'I soliti ignoti’, 'C’era una volta in America’, 'Carlito’s way’, 'Io la conoscevo bene’, 'Una giornata particolare’, ’L’odore della notte’. Ci sono talmente tanti capolavori che fatico a dire i miei preferiti.
Le altre sue passioni?
Come dicevo, la musica è il mio primo amore, forse più forte del cinema. Strimpello il basso e mi piace ascoltare la musica dei Led Zeppelin, Deep Purple ma anche Mc5, The Stooges, Blue Cheer, gruppi che erano poco noti in Italia e che mio fratello mi ha fatto conoscere. Poi mi sono appassionato al rock duro di Detroit e al soul, per poi arrivare al punk dei miei 15 anni. Però poi ritorni e arrivi anche a Love Supreme di Coltrane e a tutto quello che c’è da ascoltare di sensazionale. A casa ho 2.400 vinili.
Quando non recita e non suona cosa fa?
Vado in moto. Ho una Norton del ’71, una Triumph e una Buell 1200cc. Il mio rapporto con le moto è particolare (come mostrano le mie cicatrici). Nel 2006 ho avuto un incidente e mi avevano dato per morto. Avevo 52 fratture. Poi si sono accorti che ero vivo e mi hanno tolto il lenzuolo.
Il suo modello come motociclista?
Amo Valentino Rossi e faccio il tifo per lui. Ma preferivo le gare del passato, le moto di prima: era più 'romantico’ anche se rischiavi di morire. Insomma, mi piacciono 'i poeti’ dei vari sport. Apprezzo anche i grandi 'poeti’ del pallone come Dennis Bergkamp. Un timido, un personaggio particolare, credo che al New Castle abbia fatto uno dei gol più belli della storia....
Qual è il suo rapporto con la tecnologia?
Pessimo, purtroppo come quello con i new media. Ho un profilo Facebook, ma non lo gestisco direttamente, non amo questo tipo di attività e ho poco tempo da dedicarle. E poi non mi piace mostrare la mia vita privata agli altri.
Come pensa che la tecnologia digitale abbia influito sul cinema?
Preferisco la pellicola: l'analogico è migliore del digitale e dà lavoro a più persone. Spero che sia sempre l’arte a ispirare la tecnologia e la scienza, altrimenti la poesia dove sarebbe?
Quale grande personaggio della scienza interpreterebbe in un film?
Guglielmo Marconi, anche se ho una passione per Tesla.
Quale grande scoperta vorrebbe si verificasse in ambito scientifico?
Vorrei si trovasse una cura per il cancro, mio papà se ne è andato così...
Progetti per il futuro?
Il 19 novembre uscirà la commedia 'Loro chi?’, di Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci prodotto dalla Warner Bros nella quale recito con Edoardo Leo. A febbraio invece sarà in sala 'Perfetti sconosciuti’ di Paolo Genovese, che sto girando in questi giorni. E poi vedremo.