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Gli alunni con cittadinanza non italiana sono in costante crescita. Nell'arco di un decennio, la loro presenza si è quadruplicata, interessando ogni fascia di età e ogni tipo di percorso, dalla scuola dell'infanzia fino all'università, con un boom di iscrizioni presso gli istituti tecnici e professionali. Si è passati da 196.414 studenti stranieri dell'anno scolastico 2001-2002, con un'incidenza del 2% sulla popolazione scolastica complessiva, ai 755.939 del 2011-12, pari all'8,4%.
La concentrazione più alta si trova in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Piemonte. In 415 scuole italiane nell'anno scolastico 2011-2012, gli alunni stranieri, 10 in più rispetto all'anno precedente, hanno superato il 50% degli iscritti. I dati diffusi dal ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca (Miur) e dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) dicono poi che l'aumento più significativo riguarda le secondarie di secondo grado: nel 2001-2002 accoglievano il 14% di studenti con cittadinanza non italiana, nel 2011-2012 il 21,8%.
È confermata la tendenza a rivolgersi più all'istruzione professionale (frequentata dal 39,4% del totale degli stranieri) e tecnica (38,3%), seguite a distanza dall'istruzione liceale o artistica (22,3%). I rumeni si confermano, per il sesto anno consecutivo, il gruppo nazionale più numeroso nelle scuole italiane (141.050 presenze), seguono gli albanesi (102.719) e i marocchini (95.912). Tra le crescite annue più rilevanti quelle degli alunni moldovi (+12,3%) nei diversi livelli scolastici, e di ucraini (+11,7%) nelle primarie e filippini nelle secondarie di primo grado (+8,5%) e di secondo grado (+11,2%).
La Lombardia si conferma la prima regione per numero di alunni con cittadinanza non italiana (184.600). Seguono il Veneto (89.400) e l'Emilia Romagna con 86.900, il Lazio (72.600) e il Piemonte (72.000). Diminuiscono gli iscritti rom, sinti e camminanti. Sono 11.900 gli alunni scritti nell'anno scolastico 2011-2012, il numero più basso degli ultimi cinque anni, con un meno 4% rispetto al 2010-2011. Significativo il calo nelle superiori di secondo grado (con una variazione del -26% dal 2007-2008 al 2011-2012) scesi a sole 134 unità.
Gli iscritti calano del 5,7% rispetto ai cinque anni precedenti alla primaria, del 5,8% alla scuola dell'infanzia, mentre cresce di poco il numero nelle secondarie di primo grado. Un fortissimo calo si registra già nel passaggio dalla primaria alle medie: solo la metà degli alunni rom prosegue gli studi, pur essendo nella fascia dell'obbligo di istruzione. Una 'ricerca-azione' nazionale, in collaborazione con il ministero dell'Interno (Fondo europeo di integrazione-Fei), avrà l'obiettivo di realizzare interventi formativi per gli operatori impegnati nelle realtà più difficili, di concerto con le famiglie, le associazioni e gli enti locali.