Faccia a faccia

Tania Cagnotto, regina di tuffi

Tania Cagnotto
di Claudio Barchesi

Ha iniziato ad allenarsi giovanissima e quella di Rio è la sua quinta e ultima Olimpiade. Quella che, si spera, le regalerà l'oro. Un traguardo che ancora le manca, ma che ha conquistato in altre importanti competizioni sportive: dai Campionati europei ai Mondiali

Pubblicato il

Tra le atlete più titolate della squadra olimpica italiana a Rio, la tuffatrice Tania Cagnotto è alla sua quinta Olimpiade. Nata a Bolzano il 15 maggio del 1985, figlia dei tuffatori italiani Giorgio Cagnotto e Carmen Castainer, ha iniziato ad allenarsi giovanissima, collezionando in carriera 46 podi nelle competizioni internazionali. È la regina incontrastata del trampolino europeo, e nel 2015 ha vinto - prima donna nella storia italiana - la medaglia d'oro ai Campionati mondiali di Kazan. La medaglia olimpica, sfiorata per pochi centesimi a Londra 2012, ancora le manca. Ma tutti gli italiani sperano che questa sia la volta buona: Tania arriva a Rio sull'onda di una serie incredibile di successi.      

A giugno 2015 tre ori al Campionato europeo di Rostock; a luglio 2015 l'oro al Mondiale di Kazan; a maggio 2016 tre ori al Campionato europeo di Londra. Un bel biglietto da visita per le Olimpiadi di Rio

Sicuramente sì, ma le mie avversarie saranno agguerritissime. Resto concentrata al massimo, anche perché voglio assolutamente fare bene, visto che questa sarà la mia ultima Olimpiade.

È dura la vita di un'agonista?

Dura direi di no, per me è passione e divertimento. Faticosa, invece, lo è: tanto.

Come si allena una tuffatrice?

Il mio è uno sport che richiede grande preparazione fisica. Pratico tre volte alla settimana pesi in palestra e due volte atletica. Prima di entrare in vasca c'è la parte di stretching, ginnastica artistica, salti mortali. Solo alla fine arrivano i tuffi.

I suoi genitori sono stati due campioni. Cosa deve a loro?

Papà e mamma hanno avuto in passato, così come oggi, un ruolo fondamentale nella mia vita. Sono stati entrambi tuffatori e hanno sperimentato prima di me quello che ho vissuto professionalmente. Hanno saputo darmi consigli preziosi, non solo in campo sportivo: mi hanno trasmesso i valori veri della vita. Se sono diventata ciò che sono oggi, lo devo solo a loro.

Se non fosse la campionessa che è, cosa avrebbe voluto fare nella vita? 

Forse avrei studiato, magari fisioterapia o scienze della nutrizione.

A scuola si tuffava così bene anche nello studio?

Avevo poco tempo per studiare e frequentare la scuola. Però nelle ore che avevo a disposizione per gli studi ero molto concentrata e cercavo di dare il massimo. Paradossalmente, quando non avevo allenamento e avevo tutto il pomeriggio libero, riuscivo a combinare meno di quando avevo le ore contate. Per rendere, dovevo sentire la pressione anche nello studio!

Il momento che ricorda con più intensità della sua carriera?

La spedizione di Kazan è stata qualcosa di fantastico. Riuscire finalmente a raggiungere un risultato come il titolo mondiale dal trampolino da un metro mi ha riempito di felicità e di orgoglio. È stato un successo, per me e per tutti coloro che mi hanno sempre supportato. In più, venivo dalla splendida tripletta degli Europei di Rostock! Non potevo essere più felice in quel momento.

Amicizia e competizione, spesso, non vanno d'accordo nello sport. Com'è il rapporto con le altre atlete?

Non ho mai avuto problemi con le colleghe: c'è solo una forte e sana rivalità sportiva. Con Francesca Dallapé, la mia compagna di sincro, c'è poi un vero e proprio feeling positivo, che ci permette di raggiungere obiettivi importanti.

A quale età si può iniziare con la pratica dei tuffi?

Io ho cominciato intorno ai 6 anni, ma non è detto che non si possa iniziare prima o dopo.

Nell'allenamento si usano particolari tecnologie?

Per rivederci nel gesto atletico ci filmiamo e ci rivediamo con lo slow-motion. Poi, durante l'anno, ci sottoponiamo a test atletici per valutare la forma fisica.

Quali interessi coltiva fuori dalla piscina?

Mi piace passare il tempo con gli amici e con il mio ragazzo, chiacchierare, fare shopping, ogni tanto vado a ballare e al cinema. Quando il tempo lo permette, amo fare delle scampagnate nel mio Sudtirol: un territorio ricco di bellezze per chi, come noi, ama stare all'aperto.

La scienza la incuriosisce?

Sì, molto.

Tre desideri per il tuo futuro.

Molto semplici ma importanti: sposarmi, avere un figlio e poter lavorare in ambito sportivo.

Claudio Barchesi

Argomenti