La riscoperta della Dieta mediterranea
Rilanciare questo regime alimentare, evidenziandone i benefici, ma anche il gusto e la sostenibilità. È quanto si propone l’evento che il Cnr organizza all’Expo 2015, all’interno del Padiglione Italia, il 14 maggio
Tra gli eventi che il Consiglio nazionale delle ricerche organizza all’interno di Expo a seguito dell’accordo siglato con il Padiglione Italia, il 14 maggio ci sarà la presentazione del progetto 'Med Diet Expo 2015’. L’evento, dal titolo provocatorio 'Esiste ancora la Dieta mediterranea? Med Diet Expo 2015 Call: Tempo di agire’ mira a cambiare le nostre abitudini alimentari, promuovendo la Dieta mediterranea come stile di vita salutare e sostenibile. È infatti sempre meno seguita in Italia, soprattutto dai giovani e dalle fasce con un basso livello socio-economico, sebbene sin dagli anni ’50 sia stato evidenziato il legame tra la prevenzione delle malattie croniche e la qualità e durata della vita e questo regime alimentare, basato prevalentemente su cibi di origine vegetale e sul loro consumo diversificato e bilanciato.
“Recenti indagini hanno evidenziato nel nostro Paese il 31% degli adulti in sovrappeso e il 10% obeso; il 22,2% dei bambini di 8-9 anni in sovrappeso e il 10,6% in condizioni di obesità. Il fenomeno è più diffuso al Sud, particolarmente in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata”, spiega Mauro Gamboni del Dipartimento di scienze bio-agroalimentari (Disba) del Cnr. “La Dieta mediterranea ha rappresentato la base delle abitudini alimentari fino alla metà del XX secolo in tutti i paesi dell’area, ma ora è 'a rischio estinzione’ a causa della diffusione di nuovi modelli alimentari, del progressivo abbandono dell'abitudine quotidiana a mangiare insieme e della perdita delle conoscenze alimentari tradizionali e delle capacità in cucina”, precisa Gamboni.
“Negli anni, la Dieta mediterranea è stata associata ai benefici salutistici dei suoi nutrienti, dimenticando che noi non mangiamo 'nutrienti’ ma 'cibi’, che hanno anche valori estetici, sociali, religiosi, economici e ambientali”, aggiunge Sandro Dernini del Forum on Mediterranean Food Cultures. “Questo tipo di percezione ne ha determinato il successo presso le élite di ogni parte del mondo, provocando però l’allontanamento da parte degli strati popolari, proprio quelli che manifestano oggi i maggiori problemi di salute dovuti alla cattiva alimentazione. Per far tornare la Dieta mediterranea popolare in Italia occorre trasformarla da regime alimentare esclusivamente 'salutistico’ in uno stile di vita alimentare consapevole, salubre, non sedentario, accessibile a tutti. Occorre, inoltre, rieducare i giovani al piacere del mangiare sano e mediterraneo, riscoprendo il gusto per la diversità dei sapori e, quindi, la biodiversità dei prodotti".
Il 'Med Diet Expo 2015’ richiamerà l’attenzione, infine, sulla sostenibilità delle diete e dei sistemi alimentari, una necessità dettata dal crescente degrado ambientale e dall’insostenibilità delle pratiche agricole in molte parti del mondo. “Per tali ragioni sono stati elaborati sistemi per valutare e migliorare la sostenibilità della Dieta mediterranea attraverso l’identificazione di indicatori legati a diversi settori: ambiente e risorse naturali (efficienza energetica nel ciclo di vita di prodotti alimentari, perdite di cibo e rifiuti, agro-biodiversità, ecc.); economia (reddito, occupazione, ecc.); società e cultura (culture alimentari, conoscenze tradizionali, ecc.); nutrizione, salute e stile di vita (sicurezza alimentare, contaminazione ambientale degli alimenti, biodiversità alimentare, il rispetto della stagionalità, ecc)”, conclude Gamboni.
L'evento è organizzato dal Disba-Cnr con l’Istituto agronomico mediterraneo (Ciheam) di Bari, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra), l’Enea il Forum on Mediterranean Food Cultures e con la collaborazione di Sapienza per Expo 2015 (SapiExpo)-Centro interuniversitario internazionale di studi sulle culture alimentari mediterranee (Ciiscam), della Fondazione dieta mediterranea e dell’International Foundation of Mediterranean Diet (IfMed)
Fonte: Mauro Gamboni, Dipartimento scienze bio-agroalimentari, tel. 06/49932607, e-mail: mauro.gamboni@cnr.it