Video

Quale clima dopo Glasgow

di U. S.

Fabio Trincardi e Carlo Barbante – rispettivamente direttore del Dipartimento terra e ambiente e direttore dell'Istituto di scienze polari – fanno il punto sulle politiche per il clima dopo il recente summit internazionale Cop26. E sottolineano l'importanza di ricostruire le temperature del passato per comprendere i cambiamenti climatici attuali

Pubblicato il

Tg2 Dossier –  L'obiettivo, condiviso da tutti i 195 Paesi riuniti a Glasgow, è rimanere entro il grado e mezzo di aumento delle temperature medie globali rispetto all'era preindustriale. La posta in gioco è far fronte all'intensificarsi dei fenomeni estremi. Fabio Trincadi, direttore del Dipartimento terra e ambiente del Cnr, spiega cosa succederebbe se si superasse tale soglia: “accadrebbero dei cambiamenti enormi che porterebbero la terra verso un sistema climatico completamente diverso da quello che abbiamo visto nell'ultimo milione di anni”.

Il clima è sempre cambiato, quello che è nuovo è l'accelerazione impressa dalle attività umane al riscaldamento globale nell'ultimo secolo. La prova si trova nelle carote di ghiaccio, vere e proprie macchine del tempo che gli scienziati analizzano da 20 anni in Antartide, perforando i 3 km di calotta glaciale. Carlo Barbante, direttore dell'Istituto di scienze polari del Cnr, racconta come, grazie al progetto Epica, i ricercatori stanno ricostruendo la storia del clima del nostro Pianeta con l'analisi del ghiaccio in Antartide. “Anno dopo anno si sono accumulate informazioni straordinarie sulla composizione dell'atmosfera, sulla concentrazione di gas che vengono poi intrappolati nelle bolle di ghiaccio. Questi studi sono importantissimi, perché consentono di ricostruire le temperature del passato e di vedere le forzanti climatiche, come i gas serra e le polveri dell'atmosfera, e di mettere in una giusta prospettiva i cambiamenti che stanno accadendo”, spiega Barbante.