Saggi: Meno

Non siamo noi i protagonisti

Copertina del volume Confini invisibili
di Marco Ferrazzoli

Barbara Gallavotti è una delle figure più note della divulgazione italiana. In “Confini invisibili” propone una disamina storica scientifica del mondo dei microbi di cui ci interessavamo poco, fino alla pandemia, e che invece si contano in “mille miliardi di specie. Tanto per dare un’idea, gli insetti potrebbero essere 10 milioni di specie, i pesci meno di 35.000 e i mammiferi meno di 7.000”

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Barbara Gallavotti è una delle figure più note della divulgazione scientifica italiana. In questo suo “Confini invisibili” (Mondadori) propone una disamina sul piano storico e biologico del mondo dei microrganismi di cui, fino alla pandemia di Covid-19, ci eravamo interessati molto poco. “Si raccontano storie di microbi e di esseri umani”, riassume l’autrice, ricordando che i primi si contano in “mille miliardi di specie. Tanto per dare un’idea gli insetti potrebbero essere in tutto appena 10 milioni di specie, i pesci meno di 35.000 e i mammiferi meno di 7000. Quindi dobbiamo ricordarci che qui sulla Terra non siamo noi i protagonisti”.

Il volume è densissimo di informazioni, sempre puntualmente riferite alle loro fonti. Si viaggia tra salti di specie ed evoluzione, forme di trasmissione e guerre batteriologiche. Se volessimo azzardare una bozza di indice, uno dei macrotemi trasversali al libro di particolare interesse, è quello delle fonti “umanistiche”, dall’"Iliade" ai “Promessi sposi”, da Charles Dickens a Luca Giordano e Tucidide. Importanti poi i diversissimi risultati utili derivati dall’incontro-scontro tra umani e microbi, come le tecniche casearie o l’impulso eccezionale che i farmaci a Rna hanno ricevuto dopo il Covid-19. L’elenco delle patologie, all'opposto, è ovviamente lungo: antrace, lebbra, peste, Ebola, Aids, colera, poliomielite, morbillo, toxoplasmosi e influenza spagnola, tra le altre. Non meno quello dei giganti che ci hanno consentito di fronteggiarle, prevenirle e curarle: dai grandi padri Louis Pasteur, Robert Koch e Edward Jenner, passando per Ignàc Semmelweis, Alexandre Yersin, Shibasaburo Kitasato, fino a Jonas Salk e Albert Sabin. In quest’azione di contrasto, un ruolo determinante lo ha svolto il miglioramento della catena del freddo e dell’igiene, con aneddoti curiosi come la non banale trasformazione del sapone in bene di largo consumo, su cui si mise al lavoro il medico Nicolas Leblanc con ben dodici anni di sforzi e investimenti dopo quali però finì in rovina e si suicidò.

“Avete presente un ago nel pagliaio? Ebbene in confronto la caccia al microbo non è nulla”, avverte Gallavotti, e il recente caso del Covid-19 ce lo ricorda. L’attenzione alle superfici e al ricambio di aria, l’uso di mascherine e distanziamento, il modo diverso in cui l’organismo maschile e quello femminile sembrano reagire, l’investimento sui farmaci e sull’innovativa tecnica Crispr, il Long Covid sono solo alcuni dei punti ancora da chiarire di questa malattia e del virus che la provoca. In questo, come in altri casi del passato, il timore che ci coglie è giustificato: “Il doversi confrontare con un microbo pericoloso è uno degli avvenimenti più spaventosi che possano accadere nel corso di una vita”, tra i patogeni che abbiamo affrontato ce ne sono che aggrediscono e distruggono le cellule nervose e del sistema immunitario, la pelle, i polmoni, le vertebre…

Eppure la vaccinazione, uno degli strumenti più potenti che abbiamo a disposizione, è oggetto da sempre di diffusi e anche autorevoli dubbi, persino Voltaire ai suoi tempi è stato un “no vax”. Un atteggiamento che ha radici antiche e oscure. Nel 1321 in Europa la paura della lebbra si tradusse in panico per una presunta “congiura dei lebbrosi” ordita degli ebrei in accordo con i musulmani di Spagna, i cosiddetti Mori che all’epoca governavano l’Andalusia: bufala dovuta anche a Bernardo Gui, “il grande inquisitore che molti ricorderanno anche perché Umberto Eco ne ha fatto un protagonista di ‘Il nome della rosa’”. Nella peste del 1348 gli ebrei tornarono a essere accusati e “servirono a poco anche gli appelli alla ragionevolezza di papa Clemente VI”. Ma non siamo più a quei tempi, rassicura Gallavotti, “le bufale fanno un gran rumore, preoccupano molto, monopolizzano innumerevoli discussioni, ma alla fine la maggioranza delle persone non ci crede”.

Titolo: Confini invisibili
Categoria: Saggi
Autore/i: Barbara Gallavotti
Editore: Mondadori
Pagine: 220
Prezzo: 18,50

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