Specialistica: Rifiuti

I pensieri del signor Murley

Copertina volume Il mare che sale
di Sandro Carniel

L’aumento del livello del mare sta trasformando in modo radicale luoghi e modi di vivere ai quali l’uomo si era adattato nel corso di migliaia di anni: cosa possiamo fare di fronte a questa sfida? Riportiamo alcuni stralci del libro "Il mare che sale" (Dedalo) di Sandro Carniel, dirigente di ricerca presso l'Istituto di scienze polari del Cnr. Un’analisi lucida e originale, che fa riflettere sulla “complessità” del cambiamento climatico

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Capo ufficio resilienza, questo è il ruolo di James Murley presso il Comune di Miami, Florida. Per pianificare cosa e come sarà nei prossimi 50 anni questa città costiera simbolo degli Usa, che conta quasi mezzo milione di abitanti nell’area centrale, ma oltre 6 milioni in quella metropolitana, l’ufficio fa riferimento a una serie di corposi studi regionali che includono stime sull’andamento del livello del mare, il South Florida Regional Climate Change Compact. Aggiornati nel 2019, nel corso della residenza Trump, prevedono entro il 2040 un aumento compreso tra 25 e 43 centimetri rispetto ai valori del 2000, e una forbice tra 53 cm e 1 metro e 37 centimetri entro il 2070. Un senso di pragmatismo sorprendente in una città che dal 2009 è politicamente allineata a uno Stato a guida repubblicana dal 1999, il cui scetticismo verso le questioni climatiche non è certo un mistero.

Cosa accadrà al sistema di trasporti pubblici, quale sarà l’impatto del mare che sale sulla capacità del terreno di trattenere acqua durante le intense precipitazioni, come cambiano i volumi da trattare in ingresso ai depuratori costieri e le infiltrazioni nei sistemi fognari, con quali nuove condizioni di salinità dovranno confrontarsi le comunità agricole, quali effetti subiranno gli impianti di distribuzione di acqua e elettricità, cosa accadrà quando l’ennesimo ciclone tropicale andrà a sbattere contro la costa della Florida partendo da “un mare più alto”. Questi alcuni dei pensieri con i quali il signor Murley si addormenta la sera, perché in fondo essere repubblicani o democratici importa poco quando l’acqua arriva alla gola, e la vedi dalle finestre azzurrate del tuo ufficio in downtown Miami. Vista mare. […]

In un mondo più caldo i ghiacci fondono più velocemente, sia a causa della temperatura dell’aria, che a causa della accresciuta temperatura dell’acqua con la quale possono venire in contatto. E questo riversa negli oceani una quantità di acqua impressionante, che ne fa salire il livello. […] Una cosa è certa e deve essere chiara; gli oceani sono giganti pigri ma inesorabili. Possono impiegare centinaia di anni prima di assestarsi alle sberle che ricevono, prima di riconfigurarsi in un nuovo stato di temperatura. Non hanno fretta, loro. Quindi sedetevi e mettetevi comodi, ma non troppo. […]. Groenlandia e Antartide custodiscono la maggior parte del ghiaccio del Pianeta. Si tratta di circa il 98% del totale, sufficiente, se fuso per intero, a innalzare il livello medio dei mari di circa 70 metri. Settanta, sette-zero. […]

Oltre alle stime fornite dai modelli semi empirici, la grande novità del rapporto AR6 è che per la prima volta viene sancito quello che già tutti avevano intuito, cioè che livelli più elevati di innalzamento del mare prima del 2100 potrebbero verificarsi ed essere causati proprio dalla fusione anticipata delle calotte polari, indicano per il 2100 una forbice 0.2-1.0 m (scenario RCP2.6), 0.2-1.6 m (scenario RCP4.5) e arrivano a una preoccupantissima 0.4-2.4 m nel caso RCP8.5. Se dovessimo fare i conti con anche solo la metà della previsione empirica ottenuta nello scenario più severo, ci troveremmo ad affrontare nel 2100 un innalzamento del livello del mare ben superiore al metro, con uno scenario di migliaia di chilometri di coste e intere città che si troveranno permanentemente sott’acqua. […]

Dobbiamo da un lato procedere verso una consistente e rapida diminuzione delle emissioni di gas serra, inoltre, sapendo che questo approccio (seppur necessario) non è di per se sufficiente a evitare grossi problemi, dovremmo iniziare anche ad assorbire parte della CO2 già emessa. In parallelo dovremmo impostare da subito un’adeguata pianificazione del mondo di domani per minimizzare gli impatti, iniziando dalle aree costiere che stanno andando sott’acqua con crescente frequenza determinando una “nuova normalità”. La domanda ora è una sola: perché non lo stiamo ancora facendo? […] forse nemmeno l’esempio del COVID-19 restituisce un’idea veritiera della pressione scatenata da un innalzamento generalizzato del mare. Il sea level rise riguarderà infatti praticamente tutto il mondo e per questo, a differenza di quanto avviene con la pandemia, saremo chiamati ad un confronto sostanzialmente senza fine. La risoluzione del problema dell’innalzamento del mare non potrà quindi essere associata alla speranza che uno sforzo internazionale lo contenga nel volgere di qualche mese o anno producendo soluzioni rapide tipo un vaccino, capace di metterci relativamente al sicuro. Al contrario, è necessario fin d’ora uno sforzo globale la cui efficacia intra-generazionale per le misure di contenimento e adattamento, e inter-generazionale per l’attuazione di misure strutturali più lungimiranti dovrebbe essere l’obiettivo prioritario.

titolo: Il mare che sale
categoria: Saggi
autore: Sandro Carniel
editore: Dedalo
pagine: 96
prezzo: €  12,00

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