L'altra ricerca

Quindicenni, più bravi in scienze

classroom
di Rosanna Dassisti

Rispetto al parametro fissato dal Consiglio dell'Ue, è migliorata, seppure di poco, la percentuale degli studenti italiani impegnati nello studio delle materie scientifiche, lingua e matematiche e matematica. Lo rileva il rapporto 2014 della Commissione europea sulla situazione scolastica e formativa dei giovani cittadini europei

Pubblicato il

Condividi

pastedGraphic.png

Ai giovani studenti italiani cominciano a piacere le scienze e la matematica e sono meno distanti dagli standard fissati dall’Unione Europea. È quanto emerge dal rapporto della Commissione europea.

“Integrarsi totalmente nella società ed essere capaci di rispondere alle richieste in costante evoluzione dell’economia competitiva mondiale è una sfida significativa per diversi alunni che non hanno ancora acquisito le capacità di base in lettura, matematica e scienze”, si legge nel rapporto.

Il Consiglio dell’Ue ha adottato un parametro di riferimento (benchmark) per ridurre la percentuale di quindicenni con scarsi risultati in lettura, matematica e scienze: entro il 2020, al livello minimo non dovranno essere più del 15% degli studenti.

Secondo i dati riportati, in media il 22% degli alunni europei ha risultati negativi. E solo Finlandia, Estonia, Belgio (Comunità fiamminga) e Paesi Bassi hanno già raggiunto l’obiettivo. Al contrario, in Bulgaria, Romania e Turchia la percentuale è vicina al 40% ed è ancora più alta per la matematica.

In tutti e tre gli indicatori (lingua, matematica e scienze) l’Italia è, se pur di poco, sopra la media dell’Unione. Rispetto al 2010, la percentuale degli alunni con scarsi risultati in lingua è scesa dal 21 al 19,5%, in matematica dal 24,9% al 24,7%. In scienze le cose sono andate decisamente meglio, la percentuale registrata tre anni fa (20,6%) è scesa nel 2013 al 18,7%, avvicinandosi notevolmente al benchmark fissato per il 2020. 

Tematiche
Argomenti