Le navi da crociera spostano tonnellate di acqua, influendo sugli ecosistemi. Caso tipico è quello di Venezia, che a ogni passaggio di nave deve fare i conti con una diminuzione del livello della superficie marina di circa 20 cm per il risucchio e con un inquinamento dovuto all’elevato contenuto di zolfo nel carburante combusto, una quantità pari a quella prodotta da 14 mila vetture. “Queste 'città galleggianti’ costituiscono in compenso il meglio della tecnica per quanto riguarda la riduzione dei rischi della navigazione: dai dispositivi come Ecdis e Ais, equipaggiamenti imposti e previsti come standard da parte delle normative internazionali, all’elevata formazione e competenza del personale, fino all’alta automazione (in plancia e in sottocoperta), particolari che permettono un elevato standard di sicurezza”, conclude il ricercatore.
Insomma, basta solo che mantengano la dovuta distanza dalle città costiere.
Fonte: Salvatore Mauro, Istituto nazionale per studi ed esperienze di architettura navale del Cnr, Roma, tel. 06/50299271 , email salvatore.mauro@cnr.it -