Cancro alla prostata? Si diagnostica con un chip

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È in grado di rilevare la presenza di agenti cancerogeni attraverso l'esame delle urine il nuovo strumento nato dalla collaborazione tra i gruppi di ricerca dei professori Enrico Dalcanale e Chiara Massera dell'Università di Parma e del professor Guido Condorelli dell'Università di Catania. Lo studio 'Exclusive recognition of sarcosine in water and urine by a cavitand-functionalized silicon surface' è stato pubblicato sulla rivista americana Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas).

I ricercatori hanno realizzato un 'device' specifico per la rivelazione della sarcosina nelle urine. La presenza di elevate quantità di questa sostanza è stata collegata all'insorgenza di forme aggressive di cancro alla prostata. Poter disporre di metodi rapidi, economici ed efficaci per una diagnosi precoce è fondamentale per lo screening diffuso di questa forma di cancro nella popolazione.

"E' stato sviluppato un chip in silicio", spiegano i ricercatori, "i cui recettori sintetici sono in grado di riconoscere con estrema selettività la sarcosina nell'urina, anche in presenza di un numero elevato di interferenti. Tale selettività, risultato della sinergia fra tre tipi diversi di interazioni deboli presenti tra cavitando e sarcosina, è stata trasferita con assoluta precisione all'interfaccia solido-acqua dove avviene la rivelazione". La lettura ottica in fluorescenza permette la determinazione della sarcosina nel fluido biologico a concentrazioni molto basse.

La ricerca - finanziata dal Miur, dal progetto europeo Bion, dalla Fondazione Cariparma e dal Consorzio Instm - conferma le potenzialità della chimica supramolecolare nell'affrontare con successo complessi problemi di diagnostica biomedica.