L'altra ricerca

Contro il tumore che prende al collo

tumore
di Rosanna Dassisti

Grazie al test Hpv è possibile in anticipo le lesioni che possono evolvere in cancro. Oltre 100.000 le italiane coinvolte negli studi di fattibilità, i cui risultati sono pubblicati nel volume 'Prevenzione del carcinoma della cervice uterina. Dal test Hpv al vaccino', edito da Elsevier

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Per combattere il tumore del collo dell'utero, che in Italia colpisce 3.500 donne ogni anno, sono oggi disponibili, oltre al Pap test, il vaccino e il test Hpv. Quest'ultimo, grazie alla tecnologia molecolare Hybrid Capture 2 (Hc2), è in grado di individuare con maggior efficacia e in anticipo le lesioni che potrebbero evolvere in cancro. Da qui l'avvio, a partire dal 2009, di progetti di fattibilità in varie realtà italiane, per valutare l'impatto dell'introduzione del test Hpv nei programmi di screening. I risultati dello studio condotto da Massimo Confortini, direttore del Laboratorio di citologia analitica e biomolecolare e citopatologia dell'Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica (Ispo) di Firenze, e da Francesca Carozzi, responsabile del settore di Diagnostica molecolare Ispo, sono disponibili nel volume 'Prevenzione del carcinoma della cervice uterina. Dal test Hpv al vaccino', edito da Elsevier.

I primi risultati sono promettenti e indicano che il nuovo modello organizzativo, che ha già coinvolto oltre 100.000 donne, è in grado di ottenere un miglioramento in termini di efficacia ed efficienza. "Gli studi di fattibilità in corso hanno introdotto l'Hpv come test primario ponendo solo in seconda istanza il Pap test, modificando i protocolli di screening utilizzati fino a oggi", spiega Sergio Pecorelli, ordinario di Clinica ostetrica e ginecologica all'Università di Brescia e presidente dell'Agenzia italiana del farmaco. "La nuova tecnologia molecolare offre vantaggi organizzativi rispetto al Pap test e permette di aumentare l'efficacia della prevenzione, allungando l'intervallo tra un controllo e il successivo a 5-7 anni. Oltre agli aspetti pratici, questi studi stanno fornendo anche importanti valutazioni sugli aspetti di comunicazione e informazione alle donne e ai professionisti sanitari, azioni importanti che non dobbiamo sottovalutare, se vogliamo che i nuovi strumenti di prevenzione siano recepiti e utilizzati al meglio".

L'Hpv si effettua con prelievo, indolore e non invasivo. Il materiale prelevato non è però letto al microscopio, ma utilizzato per la ricerca del Papillomavirus ad alto rischio con un test di laboratorio specifico. Il campione viene quindi conservato in un liquido e analizzato con la tecnologia molecolare. Le regioni coinvolte nei progetti in corso sono Toscana (Firenze), Abruzzo, Emilia Romagna (Reggio Emilia e Ferrara), Piemonte (Torino e Ivrea), Trentino Alto Adige (Trento), Lombardia (Valle Camonica), Umbria (Perugia), Lazio (Roma G), Veneto (Este Monselice) e, di recente avvio, Liguria (Savona).

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