I test hanno permesso grazie alle notevoli dimensioni del bacino rettilineo (470 metri di lunghezza per 13,5 di larghezza e una profondità di 6,5 metri) di indagare e documentare con accuratezza fenomeni come l’interazione tra le pale della turbina e la superficie dell’acqua, finora semplicemente osservati nel corso di prove in mare dai ricercatori della Queen’s University di Belfast - istituzione partner del progetto - a Portaferry, a sud di Belfast. Ora è stato possibile confrontare le prestazioni dello stesso modello sia in condizioni reali, sia nell’ambiente controllato.
L’Europa è all’avanguardia nel campo della ricerca e delle tecnologie per la produzione di energie pulite dal mare. La Comunità, a fronte di una stima di produzione di energia marina di 3.6 gigawatt entro il 2020, si pone l’obiettivo di arrivare a ben 188 gw, oltre 50 volte tanto, entro il 2050, un valore pari al 15% del consumo totale Ue. L’International Energy Agency ha stimato per il 2050 una produzione di energia mondiale proveniente dall’ambiente marino di circa 750 gw, di cui almeno 100 derivanti dai mari che circondano i paesi europei.
Fonte: Francesco Salvatore, Istituto nazionale studi ed esperienze di architettura navale del Cnr, Roma, tel. 06/50299313 , email francesco.salvatore@cnr.it -