Dagli schizzi anatomici alla moderna 'Ars medica'
Leonardo, nella sua ricerca continua del sapere, comprende l'importanza delle indagini anatomiche e la necessità di escogitare nuove tecniche di indagine per conoscere e comprendere meglio il grande mistero del corpo umano e della vita. A raccontare il Leonardo anatomista, fisiologo e in qualche modo biologo, Gilberto Corbellini, direttore del Dipartimento scienze umane e sociali, patrimonio culturale del Cnr e ordinario di Storia della medicina della Sapienza Università di Roma
Non è un semplice esercizio tecnico. Per Leonardo da Vinci lo studio dell'anatomia rappresenta molto di più: il desiderio di conoscere il grande mistero del corpo umano, della vita. Nella sua ansia continua di sapere, non esita a sezionare cadaveri e a inventare nuove tecniche di indagine, come il preparato anatomico, pur di illustrare nei minimi dettagli muscoli, ossa, vasi sanguigni e strutture degli organi. Artista e scienziato geniale, Leonardo coltiva l'interesse per l'anatomia umana al di là dell'idea di perfezione dell'arte rinascimentale. Le sue dissezioni iniziano intorno al 1489, seguitando poi, saltuariamente, fino al 1515, quando deve interromperle bruscamente a Roma per il divieto di accesso da parte di Papa Leone X alla sala mortuaria dell'Ospedale Santo Spirito. Cerca di proseguirle in Francia alla corte del re Francesco, dove però trova la morte nel 1519.
"A quei tempi lo studio anatomico è già praticato, con l'approvazione ufficiale della Chiesa, soprattutto all'Università di Bologna dalla scuola fondata nei primi anni del XIV secoldo da Mondino de' Liuzzi", spiega Gilberto Corbellini, direttore del Dipartimento scienze umane e sociali, patrimonio culturale (Dsu) del Consiglio nazionale delle ricerche e ordinario di Storia della medicina della Sapienza Università di Roma. "Prima della pubblicazione del 'De humani corporis fabrica' (1543) di Andrea Vesalio, chi effettua le dissezioni continua però a 'vedere' quello che Galeno aveva estrapolato sulla base di dissezioni di animali. Anche Leonardo si muove all'inizio in un mondo aristotelico, studiando Galeno, ma via via adottando un approccio più empirico, affidandosi cioè alla sua osservazione diretta. I suoi 750 disegni superstiti rappresentano studi innovativi in anatomia".
Leonardo all'inizio della sua carriera trova comunque mille difficoltà. Solo quando la sua fama di artista è consolidata, riesce a passare dagli studi su animale (cani, scimmie, rane, maiali, etc.) a quelli sul corpo umano. Sul quale, secondo testimonianze di contemporanei e sue dichiarazioni, avrebbe eseguito oltre 30 dissezioni. Fortunatamente molti disegni, schizzi, taccuini e altri documenti leonardeschi sono arrivati fino a noi grazie al suo assistente Francesco Melzi. La maggioranza del materiale è stata riunita in codici e oggi è custodita dalla Reale Biblioteca di Windsor, mentre una piccola parte è posseduta da altre biblioteche o in codici su altri argomenti. I fogli di Windsor, già editi da Jean Paul Richter nel 1883, sono stati in seguito pubblicati con il titolo 'Dell'anatomia fogli A e B' da Giovanni Piumati nel 1889 e successivamente, nei primi del '900, con il titolo di 'Quaderni di anatomia I-VI'.
"La grande novità di Leonardo è aver cercato un nesso tra anatomia e fisiologia: di ogni singolo organo, di cui voleva capire anche 'l'uso, l'uffizio, il giovamento'. E per giungere a una più profonda conoscenza del significato dei diversi organi e dell'organismo nella sua totalità, i suoi studi sono talvolta integrati con ricerche comparative di altri mammiferi, inaugurando così un nuovo metodo di indagine che avrebbe poi dato vita alla moderna biologia", prosegue il direttore del Cnr-Dsu.
Ma Leonardo non si ferma qui. Vuole descrivere gli organi, isolati o in gruppo, da più punti di vista, e lo stesso vale anche per le altre parti del corpo. Si sofferma dapprima sul cervello per comprendere il sistema nervoso, le emozioni e la natura dei sensi. Poi passa al cuore; ne descrive con grande accuratezza i ventricoli, gli atri e il funzionamento delle valvole cardiache. Intuisce addirittura che il lato destro preleva il sangue del sistema venoso, mentre il lato sinistro lo pompa nel sistema arterioso e che ogni valvola si chiude alla perfezione. Fornisce la prima accurata rappresentazione della colonna vertebrale umana e la prima descrizione nota di cirrosi epatica e arteriosclerotica. È il primo a sviluppare tecniche di disegno per trasmettere informazioni utilizzando sezioni trasversali e angoli multipli, secoli prima che i disegni anatomici diventassero strumenti essenziali per l'apprendimento dell'anatomia. In tarda età, si dedica alla riproduzione umana, dalla corretta posizione del feto all'interno dell'utero alla sua crescita embrionale e fetale.
"È con il 'Manoscritto anatomico A' che Leonardo arriva al culmine dei suoi studi", conclude Corbellini. "Qui riesce a illustrare ogni osso, a eccezione di quelli del cranio, e la maggior parte dei gruppi muscolari. Dallo scheletro, in toto e nei suoi vari segmenti, ai muscoli, in particolare quelli facciali, fondamentali per la raffigurazione dell'espressione dei sentimenti in rapporto con la mimica".
Leonardo vuole dare all'arte salde fondamenta naturalistiche. Primo a intuire i legami tra tutti gli esseri viventi e la natura circostante, si dedica all'anatomia proprio per trovare le ragioni della vita. E lo fa per scopi esclusivamente scientifici. Se nell'arte eccelle tra i grandi, nella scienza medica è sicuramente un importante innovatore.
Silvia Mattoni
Fonte: Gilberto Corbellini, Dipartimento di scienze umane e sociali e patrimonio culturale del Cnr, Roma, tel. 06/49932657 , email direttore.dsu@cnr.it -