Focus: Isole

Covid-free, ma prudenti

Coronavirs
di Rita Bugliosi

In diverse isole italiane la popolazione si è vaccinata in modo massiccio, per garantire la massima protezione possibile dal contagio. Non si deve però credere che questo impedisca al virus di circolare. Per evitare rischi è necessario seguire ancora i ben noti comportamenti di sicurezza, dall'uso della mascherina al distanziamento, come ricorda il virologo Giovanni Maga, direttore dell'Istituto di genetica molecolare  

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La prima delle isole italiane cosiddette “Covid-free” - letteralmente libere dal Covid-19 ma forse è più corretto definirle isole la cui popolazione residente è stata sottoposta a una vaccinazione a tappeto - è stata la campana Procida (Na), ai primi di maggio, seguita da Capri (Na) e Anacapri (Na), quindi dalle Isole Tremiti (Fg). Ma in seguito le campagne di vaccinazione di massa hanno interessato anche la Toscana, con Capraia (Li), la Sicilia con Salina (Me), Lampedusa (Ag) e Linosa (Ag), e la Sardegna con la Maddalena (Ss). Si è trattato, insomma, di un'operazione ampia, che consente a queste località di affrontare la stagione turistica con maggiore tranquillità, divenendo mete accattivanti per i vacanzieri, ma anche di godere di una tutela più ampia, considerando che la distanza dalla terraferma le rende fragili, ancor di più in un periodo complicato come quello della pandemia, e che sono inevitabilmente dotate di scarsi presidi sanitari. Non va però sopravvalutata la protezione offerta da queste ampie somministrazioni vaccinali.

“Le campagne di vaccinazione di massa della popolazione isolana, effettuate al fine di raggiungere localmente l'immunità di gruppo, consentendo un abbattimento, se non un azzeramento, della circolazione del virus, anche se hanno il pregio di aumentare la copertura vaccinale, non garantiscono però l'eliminazione totale del pericolo”, sottolinea Giovanni Maga, virologo e direttore dell'Istituto di genetica molecolare del Cnr. “Il caso recente dell'isola spagnola Covid-free di Maiorca, in cui è scoppiato un enorme focolaio di infezioni, ne è un esempio. Arrivare a una situazione in cui tutti o la maggior parte dei residenti sono vaccinati è certamente un elemento di sicurezza. Ma non totale”.

Per avere più garanzie bisogna che siano presenti altri elementi. “Per assicurare che il cordone di sicurezza sia mantenuto è necessario che anche chi arriva in questi luoghi sia vaccinato o che comunque abbia i requisiti previsti dal Green pass”, precisa l'esperto. “In assenza di controlli in entrata, il concetto stesso di ambiente Covid-free crolla. A questo si aggiunge poi la presenza di una variante, la Delta, in grado di contagiare in una certa misura anche chi ha avuto una sola dose di vaccino, tanto che si sta pensando a una revisione dei criteri di rilascio del Green pass, con la sua consegna solo a chi ha completato il ciclo vaccinale e non dopo la sola prima dose”.

Non vanno quindi abbandonati tutti quei comportamenti che aiutano a proteggersi dal contagio, dal momento che, anche se la situazione è migliorata con un calo della diffusione del virus, dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi, la pandemia non è ancora stata sconfitta definitivamente. “Nessun ambiente può dirsi Covid-free fin tanto che il virus circolerà. Solo quando raggiungeremo la piena copertura vaccinale della popolazione l'impatto dell'epidemia sarà fortemente ridotto, consentendo la ripresa della nostra vita in una modalità più normale”, conclude Maga. “Memori della scorsa estate, e considerando la presenza di ceppi molto contagiosi, ora è ancora necessario mantenere alcune regole di prudenza: ovunque, anche nelle isole Covid-free, vanno evitati gli assembramenti e gli eccessivi affollamenti; si deve indossare la mascherina negli ambienti chiusi, affollati e in tutte le situazioni in cui non si possa mantenere un adeguato distanziamento. A questo si deve aggiungere una politica di controllo degli accessi, tesa a minimizzare il rischio di introduzione del virus, per non generare nuovi focolai. Meglio essere prudenti, insomma, che rischiare di interrompere la vacanza a causa di un'improvvisa chiusura e istituzione di quarantena. E, soprattutto, ci si deve vaccinare”.

Fonte: Giovanni Maga, Istituto di genetica molecolare, email: giovanni.maga@igm.cnr.it -

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