Un tempo per fare il vino bastavano la giusta attrezzatura e l'abilità di un vinificatore. Oggi, per realizzare un vino equilibrato e complesso, non possono mancare altri due ingredienti: la conoscenza del singolo vitigno e la mano del vignaiolo. Uno stesso vitigno può infatti produrre uve con caratteristiche differenti, in base sia alle diverse tipologie di terreno e microclima sia alla gestione del vigneto.
“Tra i prodotti dell'agricoltura il vino occupa un posto centrale, non solo per l'infinita gamma di sfumature ottenibili dalla combinazione tra il vitigno (la base genetica) e l'ambiente (inteso come insieme di esposizione, terreno e clima), ma anche per il complesso lavoro dell'uomo (la gestione agronomica del vigneto). A tutto ciò va poi aggiunto il processo di trasformazione del prodotto uva, in cui microbiologia e tecnica enologica concorrono a creare il prodotto finale nella sua complessità”, afferma Ivana Gribaudo, dell'Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp) del Consiglio nazionale delle ricerche.
Da qui il concetto di "terroir", termine oggi spesso evocato per descrivere l'insieme delle caratteristiche fisico-chimiche, biologiche, climatiche di una certa zona e, secondo alcuni esperti, anche l'elemento “umano”, ossia il lavoro del viticoltore e del cantiniere, fondamentali per la personalità dei vini. “Parlando del Nebbiolo, è noto che questo vitigno si coltiva soprattutto nell'Italia nord-occidentale e solo marginalmente in altre parti del territorio nazionale ed estero. Il carattere dei suoi vini, ottenuti da uve provenienti da differenti areali di produzione, cambia, pur mantenendo sempre un profilo da fuoriclasse enologico, elegante e longevo”.
In Piemonte, sua area di elezione, il Nebbiolo è presente in zone molto diverse dal punto di vista pedoclimatico. A causa della sua tarda maturazione, è generalmente coltivato in colline con esposizione a sud o sud-ovest. Sulle colline delle Langhe, il suolo è prevalentemente costituito da marne argillo-calcaree sedimentarie a reazione sub-acida, e il clima è tendenzialmente secco. “I vini di queste zone hanno aromi complessi e un ottimo equilibrio di acidità e tannini”, spiega ancora la ricercatrice. “Il suolo del Roero è invece più sabbioso che calcareo e qui i vini assumono un carattere morbido e meno ruvido. Nella zona pedemontana alpina, della quale fanno parte il Nord del Piemonte e la Valtellina lombarda, invece, il terreno è più acido e povero in calcare, e le precipitazioni in genere sono più abbondanti. Qui si producono vini dal bouquet fruttato e minerale, con tannini gentili”.