Che c’azzecca Alessandro Manzoni con il Covid-19, il debito pubblico e il Pnrr? Prova a spiegarlo Mario Bertolissi ne “Il mito del buon governo”, ricordando che in pandemia l’autore dei “Promessi sposi” è stato “ripetutamente invocato. Ma il ricordo assai spesso non è andato oltre le pagine dedicate alla peste del 1630”. L’autore, tra l’8 marzo 2020 e l’8 marzo 2022 ne ha invece fatto uno spunto di riflessione continuativa, raccogliendo i frutti in questo “diario. Anzi uno zibaldone”, sottotitolato “pandemia, istituzioni, società. Una Repubblica ostaggio di don Abbondio, don Ferrante, donna Prassede e Azzeccagarbugli”.
Bertolissi è ordinario di diritto costituzionale ed esercita l'attività di avvocato; è ed è stato componente di diverse Commissioni ed è attualmente vicepresidente dell'Associazione Amici di Giorgio Lago. Ci assicura che ciò che ci manca di Manzoni è “il suo rigore. Rigore di cui l’Italia ha bisogno: quando seleziona la classe dirigente; quando decide come spendere il denaro pubblico; quando predispone il testo degli atti pubblici”. La compagnia di don Lisander l’ha accompagnato nel biennio 2020-2021, fino a che “Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina: all’alba del 24 febbraio 2022”.
Prima di questo curioso pout-pourri, l’autore si è dedicato a saggi giuridici tra i quali “L'autonomia finanziaria regionale”, “Autonomia. Ragioni e prospettive di una riforma necessaria”, “L'ordinamento degli enti locali”, “Lineamenti costituzionali del federalismo fiscale”.
Titolo: Il mito del buon governo
Categoria: Saggi
Autore: Mario Bertolissi
Editore: Jovene
Pagine: 482
Prezzo: 50,00
