Saggi: Modi di dire

Ci sono ragioni e ragioni

Copertina del libro Ragione di Stato, Ragione di Scienza
di Patrizio Mignano

Il rapporto tra politica internazionale e ricerca, dalla Seconda guerra mondiale ai giorni nostri. I tentativi di costruire relazioni positive tra Stati e mondo scientifico, ma anche una realtà fatta di competizione, spionaggio e guerra. È quanto racconta Giacomo Destro nel libro “Ragione di Stato, Ragione di Scienza” edito da Codice

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“Ragione di Stato, Ragione di Scienza” (Codice Edizione) di Giacomo Destro, project manager del master in Comunicazione della scienza “F. Prattico” e collaboratore di testate tra cui Wired e OggiScienza, tratta di diplomazia scientifica. L’autore “vola” da un continente all’altro per cercare di tratteggiare questo complicato ambito di rapporti.

Il saggio prende spunto dall’analisi del sistema di produzione culturale scientifica moderna, per poi definire tre pilastri: la scienza nella diplomazia (con il ruolo dell’Ipcc nella lotta al cambiamento climatico), la diplomazia per la scienza (il Cern di Ginevra) e la scienza per la diplomazia (il caso dei parchi naturali transnazionali). Destro descrive, inoltre, i tentativi di costruire relazioni positive tra Stati in campo scientifico, ma anche di un mondo fatto di competizione, contrasti, a causa delle diverse “ragioni di Stato”. E in tutti questi ambiti gli scienziati hanno avuto un ruolo, sia nel secolo che si è appena concluso, sia oggi: “La pandemia della Covid-19 è l’esempio più immediato, ma solo uno dei molti possibili. Limitarsi a vedere soltanto le relazioni pacifiche significa avere una visione estremamente ridotta della politica internazionale. È vero, senz’altro, che la scienza è un incredibile propellente per la pace, ma è altresì vero che la scienza è fondamentale per la guerra, che lo voglia o meno”. Nell’ultima parte, l’autore si concentra sulle quattro principali sfide cui la diplomazia in ambito scientifico deve trovare una soluzione: la regolamentazione dell’esplorazione, della colonizzazione e dell’uso dello spazio; i cambiamenti climatici; la regolamentazione dei dati e delle tecnologie che su di essi si basano; la grande questione delle comunità scientifiche nei Paesi in via di sviluppo. “Ovviamente le sfide non si limitano a queste quattro problematiche”.

“Sono gli inizi di aprile del 1912. Da una gelida aula universitaria, il professor Mordecai Kuratowski corre a casa, riempie al volo una valigia, passa a salutare il rabbino, sperando in una sua benedizione, e si precipita in stazione: una grande avventura lo attende, quattromila chilometri di strada ferrata attraverso tutta l’Europa. Sono i giorni della Pesach, la Pasqua ebraica, e il rabbino non è proprio felice di vederlo andar via, soprattutto per andare laggiù”. Così si apre il racconto, che narra - grazie alla figura immaginaria del professore - il rapporto tra politica internazionale e scienza dalla Seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Attraverso storie di spie, di scienziati e di grandi opere scientifiche esplora i lati oscuri del complesso rapporto tra il mondo della ricerca e lo spionaggio. Toccando il tema della regolamentazione internazionale delle questioni etiche, giuridiche ed economiche della scienza. “Il nostro viaggiatore immaginario aveva un obiettivo. Partito nei primi giorni di aprile del 1912, doveva in tutti i modi arrivare ad Haifa per l’11 del mese. Quel giorno, un gruppo di ebrei sionisti, insieme alle autorità locali, posero una pietra su uno spazio brullo e secco, di quel color ocra intenso che invade tutta la regione. A partire da quella pietra, nel giro di qualche anno sarebbe sorto il Technion, il primo politecnico di tutto il Medio Oriente”.

Titolo: ​​​Ragione di Stato, ragione di scienza
Categoria: Saggi
Autore: Giacomo Destro
Editore: Codice
Pagine: 208
Prezzo: 17,00

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