Focus: Cambiamenti

In Europa la tecnologia fa giustizia

giudice
di Anna Capasso

Con la realizzazione di piattaforme elettroniche per l'e-justice, i sistemi giudiziari dell'Unione subiranno una profonda evoluzione informatica, permettendo ai cittadini di intentare azioni oltre i confini nazionali in modo più semplice

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Negli ultimi dieci anni, le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono state una delle principali leve di cambiamento dei sistemi giudiziari. "In un numero crescente di paesi, cittadini e avvocati possono iscrivere cause e scambiarsi documenti procedimentali senza recarsi presso l'ufficio giudiziario ed è sempre più frequente partecipare a udienze attraverso la videoconferenza", spiega Francesco Contini, dell'Istituto di ricerca sui sistemi giudiziari (Irsig) del Cnr di Bologna. "Ma l'ambito in cui l'impatto della tecnologia sarà più visibile nel prossimo futuro è quello dei procedimenti transfrontalieri, cioè che coinvolgono soggetti residenti in diversi paesi dell'Unione Europea".

In questa prospettiva, Cnr e ministero della Giustizia stanno collaborando su due progetti co-finanziati dalla Commissione europea. 'Building interoperability for european civil proceedings online' ha l'obiettivo di individuare le caratteristiche di un'infrastruttura in grado di facilitare l'accesso a tali procedimenti. "Il caso più rilevante è il decreto ingiuntivo europeo in materia civile, attraverso il quale una persona residente in un qualsiasi paese dell'Unione può intentare un'ingiunzione di pagamento in un ufficio giudiziario di un altro Stato membro senza doversi recare in tribunale", prosegue Contini. "La procedura, basata su una direttiva europea, è semplice, rapida e uniforme nei diversi paesi. Per avviarla, il ricorrente deve soltanto compilare moduli standard e inviare la domanda all'ufficio competente. Dopo che il giudice avrà deciso, la controparte potrà opporsi, innescando un procedimento dinanzi ai giudici competenti in base al diritto nazionale".

tribunale

Realizzare una piattaforma elettronica in grado di abilitare questi procedimenti è un'operazione complessa. "Essa, infatti, deve poter funzionare nelle 23 lingue ufficiali, rispettare i requisiti normativi e procedurali provenienti dai 29 differenti sistemi giudiziari presenti nell'Unione ed essere interoperabile con altrettanti sistemi informativi sviluppati a livello nazionale", avverte il ricercatore. "Gli uffici giudiziari coinvolti sono alcune migliaia, e decine di migliaia sono i giudici che potranno essere chiamati a decidere su queste controversie. La piattaforma elettronica dovrà quindi rispettare una pluralità di vincoli, non solo tecnologici ma anche normativi, linguistici e organizzativi".

Il progetto più recente, 'e-Codex', vede la partecipazione tra gli altri dell'Irsig-Cnr, dell'Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica (Ittig) del Cnr, dei ministeri della Giustizia italiano e di altri 14 Paesi europei. "L'obiettivo è fare un ulteriore passo in avanti, realizzando il primo prototipo della piattaforma che dovrà abilitare i procedimenti transfrontalieri. Se i tempi saranno rispettati gli uffici giudiziari e i loro utenti potranno iniziare a sperimentarla entro la fine del 2012", conclude Contini.

Anna Capasso

Fonte: Francesco Contini, Istituto di ricerca sui sistemi giudiziari, Bologna, tel. 051/2756227 , email francesco.contini@irsig.cnr.it -

Per saperne di più: - www.irsig.cnr.it/biecpo

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