Che cosa sappiamo della variante Omicron? “Molto poco, quasi nulla, sappiamo soltanto che ha accumulato un numero di cambiamenti, non solo nella proteina Spike ma anche in altre proteine, superiore a quello finora osservato nelle altre varianti circolanti”, afferma Giovanni Maga direttore dell'Istituto di genetica molecolare (Igm). “In particolare la proteina Spike ha accumulato oltre 30 cambiamenti nella sua struttura, dei quali più della metà erano già noti ma altri sono nuovi. Questo, però non rivela ancora nulla sulla sua reale capacità di essere più contagiosa e di essere, in qualche maniera, più patogena, in grado cioè di procurare sintomi più gravi; anzi,finora i casi più numerosi, avvenuti in Sudafrica, hanno mostrato sintomi lievi, che non hanno richiesto ricovero in ospedale”.
Ma, ovviamente, ci sono delle differenze. “Innanzitutto la maggior parte delle persone infette erano giovani, ora cominciano a manifestarsi sporadici casi in altri Paesi ma non sappiamo ancora se la Omicron avrà la possibilità di diffondersi rapidamente come la Delta o di più”, prosegue Maga. “Così come non sappiamo se effettivamente questo virus possa essere resistente ai vaccini. Serviranno ancora alcune settimane, è importante mantenere alta la sorveglianza, monitorare subito le conseguenze dell'infezione per verificare se effettivamente queste mutazioni invece che rendere il virus più pericoloso lo rendono meno patogeno, attenuato”.
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