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Un robot di nome Alex in grado di vivere la realtà virtuale come fosse 'reale’ restando fermi in laboratorio: è una delle sfide lanciate dal progetto Vere (Virtual Embodiment and Robotic re–Embodiment), nell’ambito della programmazione di ricerca 2014-2020 del programma Horizon 2020. Alex è stato presentato al “Fet and the City”, la conferenza internazionale ospitata per la prima volta in Italia, che ha visto Pisa e la Scuola Superiore Sant’Anna al centro della robotica internazionale.
Fet è l’acronimo che, in italiano, corrisponde a 'Tecnologie emergenti future’. È qui che si sono dati appuntamento docenti universitari, ricercatori, scienziati, 'visionari’ per “confrontarsi sulle tecnologie più innovative e di maggiore impatto sulla società e sulla vita dei cittadini, la cui qualità sarà destinata a migliorare in maniera significativa, negli anni che verranno. Un viaggio nel futuro, dove concetti oggi complessi potranno trasformarsi in tecnologie semplici da utilizzare e dalla larga diffusione”, spiega Massimo Bergamasco, fondatore del laboratorio di Robotica percettiva della Scuola Sant’Anna.
Il robot è una sorta di 'esoscheletro', un sistema da indossare che collega la persona che lo usa a un avatar virtuale. Qualsiasi gesto, così come gli stimoli sensoriali passati attraverso Alex, per esempio una stretta di mano appariranno reali alla persona che indossa l’esoscheletro, che addirittura vivrà le sensazioni che i diversi sensi possono offrire in relazione a quell’esperienza.
“Attraverso la decodifica dell’attività del pensiero con un sistema avanzato di interfaccia fra uomo e cervello”, spiega Antonio Frisoli della Sant’Anna, “riusciamo a far navigare l’utente in uno scenario virtuale, come può essere la ricostruzione di una città, fornendo al tempo stesso all’utente la sensazione che il suo corpo si stia muovendo, nonostante egli sia seduto e, quindi, fermo”.
L'esoscheletro Alex fa parte del progetto Vere, che mette insieme neuroscienze, informatica e robotica. Per l'Italia è il Percentual Robotics Laboratory a prendervi parte. “Con questo progetto”, spiega Bergamasco, “stiamo studiando nuove tecnologie e paradigmi per immedesimarsi, attraverso un corpo virtuale, in un’esperienza completamente digitale e viverla come se fosse reale e autentica. Oppure, attraverso un robot, immergerci in un’esperienza remota”.