In Italia nel 2005 si sono verificati quasi 8.000 incendi boschivi, 48.000 nell'Europa mediterranea. Gli ettari di bosco bruciati sono rispettivamente 47.575 e 600.000. "Gli incendi rappresentano uno dei maggiori elementi di rischio per gli ecosistemi naturali in numerose zone europee, in particolare nell'area mediterranea, ma anche nel Centro e nel Nord Europa e sono inoltre una grave minaccia anche per i Paesi del Nord Africa. Molto probabilmente in futuro il fenomeno aumenterà".
A tracciare questo quadro è Laura Bonora, dell'Istituto di biometeorologia (Ibimet) del Cnr di Firenze che lavora al programma Fume (Forest fires under climate, social and economic changes in Europe, the Mediterranean and other fire-affected areas of the world), un progetto finanziato dall'Unione europea nell'ambito del 7° Programma Quadro, che vede la collaborazione di 33 istituzioni scientifiche di 17 paesi e 4 continenti.
"L'aumento dell'incidenza degli incendi in molte aree in passato è stato ricondotto a modifiche nell'uso e nella copertura del suolo, dovute soprattutto all'abbandono delle aree agricole", spiega la ricercatrice del Cnr. "Negli ultimi anni, eventi di straordinaria gravità sono però piuttosto da associare a ondate di calore e di siccità che hanno interessato le regioni meridionali dell'Europa, così come altre zone in tutto il mondo. Del resto, l'intensificarsi di queste condizioni estreme è un fattore di rischio che dobbiamo essere pronti a fronteggiare negli anni a venire".
Primo obiettivo dei ricercatori del progetto Fume - che avrà una durata di 48 mesi - è capire come questi fattori hanno interagito in passato per sviluppare dei modelli matematici in grado di fornire una previsione più possibile precisa sull'evoluzione del fenomeno. "Elaboreremo un'ampia cartografia degli incendi forestali a livello europeo, cercheremo di identificare gli elementi che hanno portato agli eventi più gravi e realizzeremo mappe dei rischi potenziali, includendovi la valutazione della vulnerabilità della vegetazione e le difficoltà di rigenerazione degli ecosistemi, in particolare per la siccità", precisa Laura Bonora.
Ma Fume si impegna anche nel breve termine: "Saranno riconsiderati i protocolli per gestire nell'immediato situazioni d'emergenza e metteremo a punto le strategie di recupero e rimboschimento alla luce delle mutate condizioni ambientali", conclude la ricercatrice. Infine, il programma darà particolare attenzione alla formazione del personale delle strutture operative sul territorio.
Fonte: Laura Bonora, Istituto di biometeorologia, Firenze, tel. 055.5226030 , email l.bonora@ibimet.cnr.it