Vita Cnr

Simpas, al servizio dell'ambiente e della salute

Ciminiere
di Elisabetta Baldanzi

Il progetto, coordinato dall'Istituto nazionale di ottica del Cnr, ha permesso di sviluppare e testare tecniche ottiche di avanguardia per il monitoraggio di due tipi di inquinanti: diossine e acido solfidrico

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L'Istituto nazionale di ottica (Ino) del Cnr di Firenze è capofila del Simpas (Sistemi innovativi di misura per la protezione dell'ambiente e della salute), nell'ambito del quale sono state sviluppate e testate tecniche all'avanguardia di natura ottica per il monitoraggio di due tipi d'inquinanti: diossine e acido solfidrico. I risultati del progetto sono stati presentati il 31 maggio scorso nella sede Lens di Sesto Fiorentino (Firenze).

"La sfida consiste nel realizzare analizzatori d'inquinanti con particolare riferimento alle diossine", afferma Anna Rita Bramerini l'assessore all'Ambiente e energia della Regione Toscana che ha finanziato il progetto con fondi Por Creo Fesr 2007-2013. "I nuovi strumenti devono essere robusti, trasportabili e dai costi contenuti, ma anche capaci di misurare livelli di emissione molto bassi e permettere un monitoraggio in tempo reale. I risultati del 'Simpas' dimostrano l'importanza di investire nella ricerca industriale per migliorare la gestione sostenibile delle risorse ambientali, con un'attenzione specifica alla tutela della qualità dell'aria".

Una sfida raccolta dall'Ino-Cnr che ha portato avanti il lavoro di ricerca in collaborazione con il Laboratorio europeo di spettroscopia non-lineare (Lens) di Firenze, l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) di Pisa, Scienza industria tecnologia srl di Pisa e Ecofutura srl di Monsummano Terme (Pistoia). "La realizzazione di una strumentazione per la diagnostica ambientale che coniughi economicità e prestazioni di altissimo livello si è potuta ottenere agendo su vari fronti, dallo sviluppo di tecniche pioneristiche per realizzare sensori di gas inquinanti, come la tecnica della 'Surface plasmon resonance', all'utilizzo di alcune fra le più raffinate tecniche di spettroscopia laser, come il 'Cavity ring down'", aggiunge il coordinatore del progetto Francesco D'Amato dell'Ino-Cnr. "Abbiamo inoltre lavorato allo sviluppo di nuove sorgenti laser nel medio e lontano infrarosso, utili per la rivelazione di molecole inquinanti, e utilizzato sorgenti laser commerciali di ultima generazione, come i laser a cascata quantica ad ampia banda".

Attualmente, il monitoraggio di diossine negli inceneritori avviene soltanto alcune volte all'anno, tramite il prelevamento di un campione di polveri in seguito analizzato in laboratorio mediante gascromatografi e spettrometri di massa, apparecchiature costose e ingombranti che non garantiscono l'utilizzo in loco né tantomeno il monitoraggio in tempo reale. "Le comuni tecniche di assorbimento di luce laser sono ampiamente utilizzate per rivelare le concentrazioni di alcuni gas inquinanti, con apparati compatti e su tempi del secondo, ma non sono applicabili su campioni di diossine", ha spiegato Paolo De Natale, direttore Ino-Cnr. "Solo grazie a sorgenti laser di ultima generazione è stato possibile realizzare uno strumento compatto in grado di misurare la concentrazione di un campione di diossina disciolto in una soluzione, con un tempo di misura dell'ordine di decine di minuti".

Fonte: Francesco D'Amato, Isituto nazionale di ottica (Ino-Cnr), tel. 055/2308267 , email francesco.damato@ino.it