Saggi: Vetro

Intrattenere o non essere

Copertina del libro Sano intrattenimento
di Edward Bartolucci

L’entertainment pervade oggi ogni attività, lavorativa o ludica, contanima tutto il nostro vivere. Nel pensiero occidentale esso è sempre stato visto come fine a sé stesso ed effimero eppure nella modernità anche la scienza ne è stata influenzata. Ma è davvero così sbagliato fondere passione e sapere? Byung-Chul filosofo e docente all'Università der Künste di Berlino, nel libro "Sano intrattenimento" (Nottetempo) spiega il suo punto di vista


 

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"Sano intrattenimento" (Nottetempo) di Byung-Chul Han esprime un punto di vista quantomeno originale sulla storia del pensiero occidentale. Coreano di nascita ed europeo di formazione, l’autore parte dalla considerazione che “la storia dell’Occidente è una storia di passione”, segnata da un assolutismo morale di stampo religioso. Alla passione si è sempre contrapposto lo spirito edonistico dell'intrattenimento, considerato prevalentemente con accezione negativa, in quanto espressione effimera dell'essere. Un rapporto conflittuale, che si dipana lungo l’intera storia del pensiero occidentale, in quanto espressione della dicotomia divino/secolare.

L’autore porta come esempio, tra gli altri, la "Passione secondo Matteo" di Bach, opera eseguita per la prima volta nel 1727 e all'epoca molto criticata, tanto da essere stata dimenticata e non eseguita per oltre un secolo, poiché portava per la prima volta elementi moderni di teatralizzazione nella musica ecclesiastica. Bach cercava di conciliare il senso del piacere, di voluttà, con la santità e il rigore salvifico della preghiera.

Ma piacere e passione sono davvero incompatibili? “Il volto contratto dalla sofferenza dell’homo doloris assomiglia in maniera spettrale al sorriso del pagliaccio. L’homo doloris baratta la felicità con la beatitudine e su questo paradosso bisogna indagare”, sostiene l’autore. La leggerezza dell’intrattenimento confina cioè con la gravità della passione. È giunto il momento, si augura Byung-Chul Han, di recuperare senza complessi di colpa un sano, piacevole e ludico senso dell'intrattenimento nelle nostre attività, anche come forma di conoscenza e apprendimento. Kant, ad esempio distingueva l'arte piacevole dall'arte bella, cioè un'arte finalizzata al godimento da una che ispira riflessione.

Oggi l’intrattenimento è divenuto una categoria dominante: se non sei sui media o sui social non esisti, si ripete spesso, anche se questa realtà è ancora oggi giudicata superficiale, edonistica e decadente. L'entertainment pervade ogni attività: infotainment, emotainment, edutainment sono solo alcuni esempi. Una volta invece era confinato al tempo libero, al di fuori delle occupazioni “serie”. L'odierna ubiquità dell'intrattenimento determina anche una difficoltà a definire cosa esso sia esattamente in quanto tale neutrale può essere parte di tutto: "oggi anche il lavoro, l'informazione e la scienza devono intrattenere.... Si potrebbe addirittura ipotizzare un 'cognitainment', un ibrido sposalizio tra scienza e intrattenimento... che si contrappone alla conoscenza come passione, ovvero alla conoscenza come un fine in sé". L'intrattenimento oggi si erge a assoluto: bisogna intrattenere per essere, solo ciò che intrattiene è vero. Cosa che appare un degrado se vista attraverso l'ottica della passione, cioè del pensiero classico occidentale. L'autore conclude però che passione e intrattenimento abbiamo molto in comune e spesso rimandino l'una all'altro, come parti della stessa rappresentazione del mondo.

Titolo:  Sano intrattenimento
Categoria: Saggi
Autore/i:  Byung-Chul Han
Editore:  Nottetempo
Pagine: 168
Prezzo: 16,00

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