Editoriale

Che c'azzecca il cinema con la scienza?

di Marco Ferrazzoli

L'Ufficio stampa Cnr dedica il Focus del suo Almanacco della Scienza al centenario di Alberto Sordi e Federico Fellini. Il perché lo scoprirete leggendolo. Usando i loro film come spunto abbiamo parlato – con il consueto aiuto dei nostri ricercatori e colleghi - di scienza, ricerca, storia e delle loro applicazioni nel sociale, nella vita di tutti i giorni e nei sentimenti di tutti noi: disabilità mentale, tutela dei beni monumentali, benefici psico-fisici delle cure termali e del ballo, neologismi, sistema giudiziario, Grande Guerra, sistema sanitario, downshifting, robotica… Non dobbiamo liberarci solo dallo stigma delle due culture “umanistico vs scientifico”, ma anche da quelli che dividono il “basso” dello spettacolo dall'“alto” della ricerca e le passioni dalla razionalità. Il mondo della conoscenza e della sua comunicazione è uno, perché uno è l'uomo

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Ci pare ce ne sia a sufficienza, di argomenti, interventi e commenti scientifici dei nostri ricercatori per voler celebrare su queste pagine il duplice centenario della nascita di questi due geni del cinema. Che hanno lavorato assieme, “I vitelloni” resta per esempio uno spaccato indimenticabile dell'Italia di provincia del dopoguerra, ma che per certi versi sono anche opposti: visionario, onirico, surreale, mnemonico, sognante il primo quanto il secondo è stato, per decenni, il più compiuto interprete del

Ci aspettiamo già lo stupore o l'ironia: ma come, il magazine dell'Ufficio stampa Cnr dedica il suo Focus monografico al centenario di Alberto Sordi e Federico Fellini? E che c'azzecca, come si diceva un tempo? Beh, lo scoprirete facilmente se avrete la pazienza di leggerlo. Con “La strada” parliamo di disabilità mentale, con il tuffo di Anitona Ekberg nella Fontana della tutela dei beni monumentali dall'assalto turistico di massa, con “8 ½” de benefici delle cure termali per i cardiopatici, con “Amarcord” dei tanti neologismi e locuzioni felliniani entrati nel lessico comune internazionale, con “Ginger e Fred” dei benefici psico-fisici del ballo per gli anziani, con “Un giorno in pretura” delle disuguaglianze di efficienza ed efficacia dei tribunali, con “La Grande Guerra” del trauma psicologico e sociale che la '15-'18 rappresentò, con “Il medico della mutua” di come è cambiato il sistema sanitario nei decenni, con “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?” del downshifting, la tendenza a cambiare lavoro e vita, con “Io e Caterina” della robotica. Il tutto, come sempre, con l'aiuto dei nostri ricercatori e colleghi.

Ci pare ce ne sia a sufficienza, di argomenti, interventi e commenti scientifici dei nostri ricercatori per voler celebrare su queste pagine il duplice centenario della nascita di questi due geni del cinema. Che hanno lavorato assieme, “I vitelloni” resta per esempio uno spaccato indimenticabile dell'Italia di provincia del dopoguerra, ma che per certi versi sono anche opposti: visionario, onirico, surreale, mnemonico, sognante il primo quanto il secondo è stato, per decenni, il più compiuto interprete del costume italiano nella sua concretezza, minuzia, spesso nella sua bassezza. E anche se entrambi non sono davvero valutabili se estrapolati dal contesto stellare del cinema italiano dell'epoca: Monicelli, Risi, Scola, Germi, Steno, Manfredi, Gassman, Mastroianni, Manfredi, Totò, Loren, Lollobrigida… una teoria infinita di giganti che dietro e davanti alla telecamera seppero girare e interpretare il comico e il tragico, ma soprattutto l'inestricabile mescolanza di questi due elementi nella vita. A proposito, non possiamo assolutamente dimenticare altri due grandissimi centenari dello spettacolo fortunatamente viventi come Franca Valeri e Gianrico Tedeschi.

[immagine]Speriamo di avervi convinto. Perché non avremmo dovuto dedicare al centenario di Sordi e Fellini un Focus dell'Almanacco della scienza? C'è forse una diminutio, una blasfemia, nell'usare il cinema come punto di partenza o come semplice spunto per poi parlare di scienza, di ricerca, di storia e delle loro applicazioni nel sociale, nella vita di tutti i giorni e nei sentimenti di ciascuno di noi? Non dobbiamo liberarci solo dallo stigma delle due culture “umanistico vs scientifico” (proprio in questi giorni il nostro presidente Massimo Inguscio ha incentivato gli studenti della maturità a farsi affascinare dalle facoltà di scienze naturali e dure indipendentemente dal loro percorso di studi, senza spaventarsi per le difficoltà che pure potrebbero incontrare in qualche momento, specie iniziale). Dobbiamo liberarci anche da altre due fuorvianti contrapposizioni: quella che divide il mondo della conoscenza e della sua comunicazione tra il “basso” di uno spettacolo e l'“alto” di una pubblicazione referenziata, e quella che divide il mondo dei sentimenti e delle passioni da quello della razionalità e della logica.

Senza tratteggiare filosofie olistiche dal sentore “new age”, che a dispetto del nome avrebbero un sentore di stantio o almeno di “déjà vu”, vogliamo molto semplicemente dire che l'uomo è uno, che rida o pianga davanti a un film o si intestardisca in un laboratorio per arrivare alla dimostrazione sperimentale di una teoria. Se conoscessimo di più i ricercatori, capiremmo meglio come siano persone normali, uguali alle altre e quante volte la loro umanità sia notevole al pari della loro caratura scientifica.

In finale: il mondo espositivo, che cerca faticosamente di riprendere la propria attività, propone tra le altre a Rimini la mostra online “Fellini 100. Genio immortale”, che apre virtualmente la visita al pubblico con una video passeggiata al link https://www.youtube.com/watch?v=jbWfrTyMEYI&feature=emb_logo, un'esplorazione ravvicinata dell'immaginario del regista tra materiali originali costituiti da disegni, costumi, documenti, manoscritti, e la stanza dedicata al “Libro dei sogni”, dove il regista annotava la sua attività onirica attraverso disegni e appunti, un libro che parte dall'incontro con lo psicoanalista junghiano Ernst Bernhard. A Roma invece la mostra “Il Centenario – Alberto Sordi 1920-2020″, allestita nella villa dell'attore alle Terme di Caracalla, verrà probabilmente inaugurata il prossimo 16 settembre. Il percorso si snoderà tra carriera, passioni, e segreti dell'uomo e dell'artista: doppiatore, regista, produttore, sceneggiatore, compositore, filantropo e cento altre cose ancora.