Per la tartaruga marina Caretta caretta, unico esemplare nidificante in Mediterraneo, il periodo estivo rappresenta il momento ideale per la deposizione delle uova; le spiagge dell'Isola d'Elba costituiscono un'area chiave, essendo uno dei siti di nidificazione più settentrionali del Mediterraneo e tra i luoghi prediletti da queste specie. I processi di ovodeposizione e nidificazione sono però estremamente delicati e soggetti a numerosi fattori esterni, tra cui l'azione umana. Il luogo dove le tartarughe marine depongono le loro uova deve poi rispettare caratteristiche specifiche. “I nidi vengono deposti non lontano dalla battigia, poiché i nuovi nati devono poter raggiungere il mare in poco tempo, per evitare di essere predati da uccelli marini prima di tutto ma anche da animali selvatici. Al contempo, il nido non può essere deposto troppo vicino al mare, per il rischio di essere sommerso”, spiega Alessandro Lucchetti dell'Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine (Irbim) del Cnr. “Un altro fattore importante è la temperatura alla quale le uova vengono incubate, elemento che può determinare il successo o l'insuccesso di una nidiata. Altri requisiti fondamentali per il buon fine della nidificazione sono il sedimento, che deve avere le giuste caratteristiche chimico-fisiche e granulometriche, e la spiaggia, che deve avere la giusta inclinazione ed estensione”.
È facile comprendere come ogni attività umana condotta sulle spiagge che costituiscono un potenziale luogo di ovodeposizione abbia un impatto sul successo delle nidificazioni delle tartarughe marine e, tra queste, particolari conseguenze hanno le operazioni di ripascimento dei litorali. Queste operazioni, che hanno lo scopo di intervenire a difesa dei litorali sabbiosi, sono però estremamente invasive dal punto di vista del benessere e dello sviluppo delle nidificazioni delle tartarughe. “Le attività di ripascimento dei litorali possono modificare la granulometria del sedimento, rendendolo non idoneo alla deposizione e/o allo sviluppo delle uova”, continua il ricercatore. “In altri casi, le opere di ripascimento possono modificare l'inclinazione della spiaggia, rendendo difficoltosa se non impossibile la risalita per le tartarughe, oppure possono modificare la temperatura e l'umidità del sedimento, di fatto inficiando lo sviluppo delle uova deposte”.
Oltre a queste attività specifiche, anche le quotidiane pulizie degli arenili attuate con ruspe o rastrelli rappresentano un rischio. “Lo scorso anno, proprio le attività di pulizia della spiaggia di Lacona, nell'Isola d'Elba, hanno irreparabilmente distrutto uno dei nidi deposti in quella spiaggia”, precisa Luchetti. “Mentre, nella spiaggia di Marina di Campo, oggetto di ripetuti interventi di ripascimento, si è visto come le mareggiate possano modificarne il gradiente, rendendo di fatto impossibile la risalita delle tartarughe per la nidificazione”.
Per la conservazione delle Caretta caretta alcuni elementi sono dunque rilevanti. “È importante attuare misure di conservazione mirate alla protezione di queste spiagge e alla valorizzazione del patrimonio naturale, anche perché la presenza di tartarughe nidificanti, caratterizzate da grande appeal mediatico, rappresentano un importante valore aggiunto anche in termini di offerta turistica dell'Isola, che risulta così caratterizzata da un ambiente sano e da spiagge pulite”, conclude l'esperto.
Fonte: Alessandro Lucchetti, Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine, email alessandro.lucchetti@cnr.it