Editoriale

La ricerca tra entusiasmo e frammentazione

Queste ultime sono state settimane di lavoro intenso ma molto soddisfacente, per il Cnr e anche per noi dell'Ufficio stampa e per i colleghi che lavorano alle attività di informazione e comunicazione dell'Ente: diverse iniziative 'straordinarie' si sono aggiunte alla già non lieve 'ordinaria amministrazione', peraltro nello stesso periodo in cui sono stati assegnati i premi Nobel e sono caduti anniversari importanti come il cinquantesimo del Vajont.  Solo per citare alcune iniziative che ci hanno impegnato
di Marco Ferrazzoli

È un periodo di lavoro intenso per il Cnr e per la comunità scientifica, che evidenzia la passione di chi ci lavora. È però indispensabile che i ricercatori dispongano di un quadro più coeso e coerente, sul piano finanziario e su quello burocratico. Il Focus di questo Almanacco è dedicato all'alimentazione, altro comparto segnato da pesanti contraddizioni

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“La ricerca è un elemento essenziale per la competitività di un Paese, l'unico modo per competere in un mercato globale è introdurre conoscenza nei nostri prodotti”, ha ribadito ancora in questi giorni il presidente del Cnr, Luigi Nicolais. “Ma purtroppo la ricerca in genere è poco considerata, si parla di costi mentre sono investimenti per il futuro del Paese. Bisognerebbe creare un 'sistema ricerca Italia'”.  Il problema delle risorse è noto e, ancorché non risolto, è quello che viene posto più spesso. Ma

Queste ultime sono state settimane di lavoro intenso ma molto soddisfacente, per il Cnr e anche per noi dell'Ufficio stampa e per i colleghi che lavorano alle attività di informazione e comunicazione dell'Ente: diverse iniziative 'straordinarie' si sono aggiunte alla già non lieve 'ordinaria amministrazione', peraltro nello stesso periodo in cui sono stati assegnati i premi Nobel e sono caduti anniversari importanti come il cinquantesimo del Vajont.

Solo per citare alcune iniziative che ci hanno impegnato maggiormente: la premiazione di Inv Factor, il concorso per 'studenti inventori', e la Notte dei ricercatori che si è svolta in diverse città, con due grandi manifestazioni nella sola capitale (Light e l'Area della ricerca di Tor Vergata); il rapporto dell'Ipcc sui cambiamenti climatici e pubblicazioni di grande rilievo, quali quelle sul 'Dna spazzatura' dell'Istituto di genetica e biofisica e sull'ereditarietà del sistema immunitario dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica; la premiazione del concorso 'Riscattiamo la scienza' e il convegno che ha riunito nella nostra sede centrale tutte le istituzioni di ricerca artica presenti nella base di Ny Alesund; l'accordo siglato con gli Emirati Arabi, la presentazione e la presenza a Smart City Exhibition, in corso ancora in questi giorni al Saie di Bologna, dove Agordo, Riccione e Siracusa sono state designate come 'Living Lab' da Cnr e Anci.

Del resto, basta scorrere quanto pubblicato tra gli eventi e le news sui nostri siti, le notizie dell'Almanacco della scienza, i video della Cnr web tv per rendersi conto della quantità e qualità di attività di ricerca e istituzionali dell'Ente. Lo rimarchiamo non come auto-elogio, pratica quanto mai deleteria nella comunicazione, oltre che poco elegante, ma perché in questi frangenti particolari si prende meglio consapevolezza dell'entusiasmo, oltre che della professionalità, che anima la ricerca scientifica italiana. Perché, allora, abbiamo l'impressione che 'conti' così poco?

“La ricerca è un elemento essenziale per la competitività di un Paese, l'unico modo per competere in un mercato globale è introdurre conoscenza nei nostri prodotti”, ha ribadito ancora in questi giorni il presidente del Cnr, Luigi Nicolais. “Ma purtroppo la ricerca in genere è poco considerata, si parla di costi mentre sono investimenti per il futuro del Paese. Bisognerebbe creare un 'sistema ricerca Italia'”.

Il problema delle risorse è noto e, ancorché non risolto, è quello che viene posto più spesso. Ma non è solo una questione di entità, il problema nasce anche dalla frammentazione dei canali di finanziamento: dalle fonti maggiori come Unione Europea, Stato e Regioni partono una quantità di flussi che rischiano di disperdersi in rivoli e che costringono i ricercatori a una 'caccia' continua che sottrae loro la gran parte del tempo che andrebbe dedicato al laboratorio. E questo frazionamento è lo specchio di un quadro analogamente complicato sul piano burocratico, istituzionale, normativo.

Con ciò, purtroppo, la ricerca rappresenta lo specchio fedele di una società complessa che a livello soprattutto italiano ma anche comunitario fatica a trovare una governance coesa e coerente (la vicenda immigrazione ce lo ha palesato in modo drammatico). Per restare nell'ambito dei problemi complessi, abbiamo dedicato il Focus di questo Almanacco all'alimentazione, visto che l'uscita cade nella giornata dedicata a questo tema dal Miur, ma soprattutto per le enormi e sempre più inammissibili contraddizioni che segnano il comparto agro-alimentare a livello nazionale e globale, per risolvere le quali un contributo fondamentale può arrivare proprio dai ricercatori.

Mentre stiamo chiudendo questo numero dell'Almanacco della scienza, ci giunge la notizia della morte di Romeo Bassoli. Era un bravissimo collega, dirigeva l'Ufficio stampa dell'Istituto nazionale di fisica nucleare, dove ha portato a termine alcune operazioni che resteranno nelle migliori pratiche della comunicazione scientifica italiana: dal 'Galileo' di Marco Paolini andato in onda su La7 e ambientato nel Laboratorio del Gran Sasso, alla inaugurazione di Lhc. Ha combattuto contro il cancro con un coraggio da leone, fino all'ultimo. Lo ricordiamo con grande affetto e rimpianto.