A Cambridge il ragazzo porta con sé fogli pieni di formule prive di dimostrazioni e, spinto da Hardy, si sforza di provare alcuni dei suoi teoremi per ottenere il meritato riconoscimento da parte dei cattedratici inglesi, impreparati ai suoi metodi non convenzionali. Grazie al suo impegno e al supporto di Hardy, riesce infine a diventare membro del Trinity College e della Royal Society. Ma la sofferenza per la lontananza dal suo Paese e dalla famiglia, l'ossessione per lo studio e la malnutrizione lo portano a indebolirsi e a spegnersi per un'infezione al fegato, nel 1920, a soli 32 anni.
Il film, oltre a descrivere lo straordinario e insolito legame tra il professore inglese e l'autodidatta indiano, evidenzia l'enorme produttività scientifica di Ramanujan, che nella sua breve vita ha elaborato circa 3.900 risultati. Particolarmente importanti gli appunti dell'ultimo anno di vita, raccolti in un quaderno dimenticato, riscoperto nel 1976 dal matematico statunitense George Andrews. Il documento contiene alcuni dei suoi lavori più importanti e costituisce la base su cui oggi studiano fisici e matematici per elaborare la teoria delle stringhe, i buchi neri e la gravità quantistica.
La scheda
Titolo: L'uomo che vide l'infinito
Regia: Matthew Brown
Cast: Dev Patel, Jeremy Irons, Devika Bhise, Toby Jones, Stephen Fry, Jeremy Northam
Uscita in sala: 9 giugno 2016