I fondali marini non hanno più segreti. Grazie al progetto MaGic (Marine Geohazards along the Italian Coasts), sono stati tracciati i lineamenti di pericolosità geologica dei territori sommersi d'Italia. Un progetto, finanziato dal Dipartimento della protezione civile con più di 5 milioni di euro, che ha visto il Cnr e tutta la comunità scientifica impegnata nel campo della geologia marina collaborare per il rilevamento, l'interpretazione e la rappresentazione cartografica dei lineamenti di pericolosità dei mari italiani.
La conoscenza dei georischi è di fondamentale importanza in chiave di sviluppo sostenibile, energie rinnovabili, porti green e transizione digitale (i cavi per garantirla, infatti, passano sotto i fondali), e grazie a MaGic oggi si può disporre di un Atlante che indica dove installare queste innovazioni in sicurezza.
“Il prossimo step ora è riuscire a far capire alla popolazione a quali tipi di rischio si è esposti e cosa fare, ad esempio, se c'è una allerta tsunami in una determinata zona dell'Italia meridionale soggetta storicamente a questo fenomeno. Non basta dire 'sta arrivando uno tsunami', bisogna che le persone sappiano cosa fare”, dice Fabio Trincardi, direttore del Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l'ambiente del Cnr.