Focus: Meno

Energia: la transizione passa per l’efficienza

Pannelli solari
di Vincenzo Delle Site

Un esperto del Dipartimento di ingegneria, Ict e tecnologie per l'energia e i trasporti spiega come la riduzione dei consumi sia indispensabile alla transizione energetica: un cambiamento culturale che non è impossibile. Si può "fare di più con meno", mantenendo invariato o migliorando il livello di benessere. Il risparmio energetico è "la prima delle fonti rinnovabili", alla quale è stata associata anche un’unità di misura: i "negawattora"

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Oggi si parla tanto di energia, ma molto poco di "risparmio energetico" o, meglio, di "efficienza energetica". Anche l'Europa, con l'obiettivo urgente di ridurre la dipendenza dal gas russo, è concentrata sulla diversificazione delle forniture di gas e sullo sviluppo delle fonti rinnovabili, ma quasi per nulla sulla riduzione degli sprechi energetici. Sui media sta passando il messaggio, sbagliato, che la soluzione a tutti i problemi legati all'uso dell'energia (geopolitici, economici, ambientali) consista nella semplice sostituzione di fonti fossili con rinnovabili. Non basta. Questo processo deve essere accompagnato da una riduzione dei consumi, non è concepibile nessuna transizione energetica con i livelli di spreco a cui siamo abituati oggi. È necessario un cambiamento culturale e di abitudini, che non è impossibile e neanche sgradevole.  

Prima di tutto, occorre una precisazione semantica: "risparmio energetico" è un'espressione che può essere fuorviante (potrebbe far pensare a un sacrificio o alla decrescita, ma non è questo il senso), mentre "efficienza energetica" indica la capacità di "fare di più con meno" (era questo il titolo del “Libro verde” Ue sull'efficienza energetica del 2005), cioè di ridurre i consumi mantenendo invariato o addirittura aumentando il livello di benessere, in poche parole riducendo gli sprechi. Per essere più precisi, possiamo distinguere tra diversi tipi di "efficienza energetica": l'efficienza delle macchine (quindi sostituire le apparecchiature obsolete con altre nuove e più performanti); l'efficienza dei processi e dei sistemi (attraverso un'innovazione organizzativa e infrastrutturale, ad esempio la costruzione di nuove metropolitane migliora il funzionamento e riduce i consumi complessivi dei trasporti); l'efficienza dei comportamenti (evitare gli usi incongrui o inutili da parte delle persone).

Mentre sui primi due tipi si sta facendo qualcosa, basti pensare ai vari bonus e superbonus per edifici e impianti, sui comportamenti non si è fatto quasi nulla. Questo aspetto può sembrare poca cosa, ma varie ricerche in molte parti del mondo hanno dimostrato che gli sprechi energetici dovuti a comportamenti errati possono arrivare in certi casi ad aumentare anche del 30% i consumi totali di un edificio e dipendono fortemente dal contesto sociale e culturale. Si pensi all'uso esagerato dell'aria condizionata: il condizionatore non deve essere demonizzato, stante anche l’aumento delle temperature, ma va usato con moderazione e non tenendo la finestra aperta. Spesso le persone credono che il proprio comportamento individuale non abbia alcun impatto sui consumi collettivi, che ovviamente sono la somma dei consumi dei singoli. Quando ce ne rendiamo conto, quasi sempre l'atteggiamento cambia e diventa più virtuoso.

È quindi importante sensibilizzare e informare correttamente tutti su questo tema. Attraverso un comportamento più attento e consapevole, senza sacrifici estremi, possiamo ragionevolmente stimare una possibilità di riduzione dei consumi finali di energia fino al 15-20%. Se questo obiettivo sembrasse troppo ambizioso, si pensi ai progressi ottenuti in pochi anni nella raccolta differenziata dei rifiuti, altra attività strettamente legata ai comportamenti dei singoli. All'inizio sembrava un compito fastidioso, mentre oggi quasi tutti la seguono abitualmente. Dovremmo maturare lo stesso atteggiamento nei confronti dell’energia, da utilizzare con attenzione, come si fa con l'acqua in tempi di siccità.

Una riduzione dei consumi legata ai comportamenti potrebbe anche essere facilitata da interventi legislativi. Per fare un esempio, in base alla legge a Roma gli impianti di riscaldamento si possono accendere dal 1° novembre al 15 aprile; molti condomini li tengono accesi nell’intero periodo, anche se spesso a novembre e aprile il tempo è ancora molto mite. Basterebbe restringere il periodo di un mese, ad esempio dal 15 novembre al 31 marzo, lasciando la facoltà ai sindaci di allargarlo in caso di clima più freddo del previsto.

Un provvedimento di questo tipo è previsto da un decreto del Governo in approvazione proprio in questi giorni. Anche il Ministero dell’università e della ricerca sta studiando forme di incentivazione per il risparmio energetico nelle strutture universitarie e degli enti di ricerca.

Lavatrice

La riduzione dei consumi finali comporta anche il vantaggio di una corrispondente e maggiorata riduzione dell'energia primaria alla fonte; nel caso dell'energia elettrica, considerando l'attuale rendimento medio del parco termoelettrico nazionale, ad ogni kWh risparmiato negli usi finali corrispondono circa 2 kWh risparmiati di gas o altro. Anche nel caso delle rinnovabili la riduzione dei consumi è fondamentale: sebbene sole e vento siano disponibili gratuitamente, gli impianti costano; inoltre, data la loro bassa densità e l'aleatorietà di queste fonti per ottenere quantità sufficienti di energia sarà necessario impiantarne moltissimi. Si può dire quindi che l'efficienza energetica è il prerequisito per un impiego intelligente delle fonti rinnovabili, in primo luogo per motivi economici: risparmiare energia costa molto meno che produrla con le rinnovabili.

Un vecchio elettrodomestico (lavatrice, frigorifero, congelatore, scaldabagno, condizionatore) può consumare 2-3 volte più energia di uno nuovo di classe più elevata; lo stesso ragionamento vale per infissi, luci e così via. Non avrebbe senso installare un impianto fotovoltaico a servizio di una casa dotata di apparecchiature vecchie ed energivore, né sovradimensionarlo per soddisfare un fabbisogno esagerato, il cui costo è sicuramente superiore a quello degli elettrodomestici nuovi. È invece molto più logico sostituire prima gli elettrodomestici con prodotti più efficienti e poi installare un impianto fotovoltaico correttamente dimensionato.

Già negli anni ‘80, alcuni professori della facoltà di Ingegneria dell'Università La Sapienza usavano considerare l'efficienza energetica come "la prima delle fonti rinnovabili", perché il risparmio di energia è una sorta di "consumo negativo", al quale è stata associata persino una nuova unità di misura, i "negawattora", da contrapporre ai kilowattora che misurano i consumi convenzionali.

Fonte: Vincenzo delle Site, Dipartimento di ingegneria, Ict e tecnologie per l'energia e i trasporti, e-mail: vincenzo.dellesite@cnr.it