Focus: Alimentazione

Essere o non essere... vegetariani

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di Emanuele Guerrini

L’eliminazione di proteine di origine animale dalla dieta è una scelta sempre più diffusa in Italia, soprattutto tra le donne. I ricercatori dell’Isa-Cnr spiegano quali effetti ha questo regime alimentare sull’organismo di grandi e piccoli

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Per molti è quasi una religione, per altri soltanto una moda passeggera, c’è chi vi si avvicina per motivi etici e chi per ragioni salutistiche: come indica il rapporto Eurispes 2013, la dieta vegetariana è sempre più seguita dagli italiani. Il 6% della popolazione (in aumento di due punti percentuali rispetto alla rilevazione dello scorso anno) ha fatto la scelta di diventare vegetariano (4,9%) o vegano (1,1%). Sono soprattutto le donne a praticare questo stile di vita, in virtù di una maggiore sensibilità per gli animali (motivazione addotta dal 66,7% contro il 30,8% degli uomini), mentre gli uomini lo scelgono per il benessere fisico (42,3% vs 28,2% delle donne).

“Il vegetarianismo prescrive una dieta senza carne e pesce e non va confuso con il veganismo, che si basa invece sul rifiuto di ogni forma di sfruttamento degli animali per alimentazione, abbigliamento e ogni altro scopo”, spiega Alfonso Siani, dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr. “Il veganismo, quindi, impone l’obbligo di escludere dalla tavola qualsiasi prodotto di origine animale, compresi formaggi, uova e miele. Si tratta di un regime che potrebbe provocare qualche carenza nutrizionale, soprattutto nei più piccoli mentre la dieta latte-ovo-vegetariana non provoca particolari problemi a patto che non si ecceda con i derivati del latte”.

L’apporto proteico è indispensabile ai bambini in crescita, ma “le proteine contenute nei legumi e nei cereali si integrano a vicenda, quindi un piatto di pasta e fagioli è dal punto di vista proteico equilibrato”, prosegue Siani.

“L’uomo è fisiologicamente onnivoro ed è quindi in grado di metabolizzare il cibo proveniente da varie fonti”, conclude Gianvincenzo Barba dell’Isa-Cnr. “È interessante notare come la dieta mediterranea abbia una forte impronta vegetariana, prevedendo un consumo abbondante di frutta e verdura e una moderata assunzione di carne. Un tale regime alimentare può essere utile a contrastare alcune malattie legate a un eccesso di grassi saturi o a una carenza di fibre. Alcuni studi dimostrano come un’alimentazione priva di carne aiuti a ridurre il rischio di tumori e di patologie cardiovascolari, ma certo è difficile immaginare una dieta sana che escluda del tutto alcuni alimenti. Possiamo dire che la dieta vegetariana è valida e perseguibile soprattutto in età adulta, ma che l’equilibrio e la misura a tavola sono sempre le regole migliori”.

 

Fonte: Gianvincenzo Barba, Istituto di scienza dell'alimentazione, Avellino , email gbarba@isa.cnr.it - Alfonso Siani, Istituto di scienza dell'alimentazione, Avellino, tel. 0825/299353 , email asiani@isa.cnr.it -

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