Focus: Novantennale Cnr

Una galleria di giganti

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di Emanuele Guerrini

Il Cnr nasce e cresce, fino a consolidare il proprio ruolo nel panorama scientifico internazionale, grazie anche alla collaborazione e alla guida di personaggi straordinari, che restano nella storia scientifica e culturale dell’umanità intera

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Attualmente primo Ente di ricerca italiano e da sempre al servizio della nazione, il Cnr ha avuto un’evoluzione lunga e articolata. “Prima della seconda guerra mondiale inizia ad aggregare a sé alcuni enti di ricerca e a crearne altri ex novo. Si tratta di istituti pionieristici ma fortemente innovativi”, raccontano nel libro 'Consiglio nazionale delle ricerche. L’impresa scientifica 1923-2013’ Stefano Canali e Sandra Linguerri.

Spesso, in queste iniziative, ci si imbatte in personaggi di levatura storica, nomi che restano tra i giganti del progresso scientifico umano. “Nel 1947 furono creati: il Centro di studio per la genetica, quello per la citologia genetica e quello per la citogenetica vegetale. Quaranta anni dopo il Cnr affiderà al premio Nobel Renato Dulbecco un progetto per il mappaggio e il sequenziamento del genoma umano. Nel 1961 il premio Nobel Rita Levi Montalcini ottiene negli Usa i contributi per stabilire un’unità di ricerca in Italia creando così il Centro di ricerche di neurobiologia del Cnr. Nel 1969 l’ente chiama il premio Nobel Daniel Bovet alla direzione del Laboratorio di psicobiologia e psicofarmacologia, grazie al quale vengono avviate ricerche sull’apprendimento, la memoria e la genetica del comportamento”, citano ad esempio Canali e Linguerri.

Ma tentiamo un sia pur sommario percorso cronologico. Nel 1932 nasce l’Istituto nazionale per le applicazioni del calcolo di cui era direttore Mauro Picone, un centro di analisi numerica che vantò la cooperazione tra gli altri con Enrico Fermi per le sue ricerche di fisica nucleare. Un grande centro di elettrotecnica sorse invece per iniziativa di Giancarlo Vallauri, mentre tanto l’Istituto di ottica, quanto quello di elettroacustica furono allestiti nella nota palazzina di via Panisperna da Orso Maria Corbino, con intenzione di creare un grande istituto nazionale di fisica che però non si realizzò.

L’Istituto di elettroacustica (oggi Istituto di acustica e sensoristica) ha promosso le indagini sull’effetto di rilassamento anelastico di Piero Giorgio Bordoni, insignito del premio 'Medaglia Zener' nel 1993. Mentre il Centro di studio per la chimica industriale del Politecnico di Milano, nato nel 1946 al Cnr, acquisì visibilità internazionale nel 1955, quando Giulio Natta comunicò la scoperta della cristallinità del polipropilene, premiata con il Nobel.

Meno eclatante, ma altrettanto esemplare il ramo informatico dove il Cnr ha patrocinato molte esperienze di punta, quali la Calcolatrice elettronica pisana (Cep), realizzata con tecnologia Olivetti, il Centro nazionale universitario di calcolo elettronico (Cnuce) e il Centro di cibernetica di Napoli diretto da Eduardo Caianiello.

La presenza femminile è stata limitata, ma essenziale. Restano nella memoria i nomi di Rita Brunetti, per le sue ricerche sulla radioattività; Irma Pierpaoli lavorò presso l’Istituto di biologia marina di Taranto; Ida Bianco Silvestroni, nel 1946, dimostrò una connessione tra la talassemia e il morbo di Cooley. E poi Maria Bakunin entrata a far parte del comitato di chimica, la fisica Giuseppina Aliverti, la limnologa Livia Pirocchi Tonolli, Nora Federici, esperta di statistica.

Al premio Nobel per la medicina nel 1986, Rita Levi Montalcini, si deve, com’è noto, l’origine del Centro ricerche di neurobiologia e del laboratorio di biologia cellulare, di cui ha tenuto la direzione dal 1969 al 1978. Per le scienze della vita va poi ricordato Padre Agostino Gemelli, il cui Centro sperimentale divenne Centro di studio per la psicologia del Cnr e poi Istituto nazionale di psicologia del Cnr.

“Adriano Buzzati Traverso, direttore del Centro di studio per la biofisica di Pallanza – presso il quale iniziò la carriera di Luigi Luca Cavalli Sforza – fu una figura chiave della genetica e della biologia molecolare in Italia e, grazie al Cnr, il protagonista di una delle più importanti operazioni organizzative della ricerca italiana nella seconda metà del Novecento”, ricordano ancora i due storici nel volume. Il Laboratorio internazionale di genetica e di biofisica (Ligb), in particolare, fu una iniziativa storica per il suo “approccio di analisi interdisciplinare tra genetica classica, genetica delle popolazioni, biochimica e biofisica, per i legami internazionali con le ricerche più avanzate e l’intensa attività di formazione condotta anche da alcuni tra i padri fondatori della biologia molecolare, come Jacques Monod, Francis Crick, Salvador Luria. Un istituto di valore assoluto nel panorama mondiale”.

Nel 1987, poi, l’allora presidente Luigi Rossi Bernardi chiamava il premio Nobel Renato Dulbecco dal Salk Institute di San Diego per affidargli il coordinamento di un Progetto strategico temporaneo che poi venne trasformato in un Progetto finalizzato per il mappaggio e il sequenziamento del genoma umano. Tra il 1985 e il 1986, Dulbecco aveva lanciato infatti il progetto Genoma umano negli Usa. Con il suo arrivo, l’Italia diventava uno dei primi paesi al mondo a partecipare all’impresa avviata in America.

 

Fonte: Stefano Canali, 'Una strada lunga e articolata: tappe luoghi e personaggi' in 'Consiglio nazionale delle ricerche. L’impresa scientifica 1923-2013’, Cnr - Sandra Linguerri, 'Una strada lunga e articolata: tappe luoghi e personaggi' in 'Consiglio nazionale delle ricerche. L’impresa scientifica 1923-2013’, Cnr -

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