Herculia: Basilicata North to South
L'Ibam-Cnr ha dedicato un progetto di ricerca sull'agroalimentare a questo antico asse viario rivelandone l'antica funzione di via di penetrazione in un territorio ricco di specialità apprezzate dai mercati nazionali e mediterranei. Un elemento utile per la messa a punto di una strategia di tutela e valorizzazione del contesto territoriale lucano
Contribuire alla valorizzazione economica e sociale di un territorio attraverso il recupero della memoria storica di una strada di età imperiale. È l'obiettivo perseguito dal team dell'Istituto per i beni archeologici e monumentali (Ibam) del Cnr di Potenza, coordinato da Canio Alfieri Sabia, con il progetto di ricerca multidisciplinare sulla via Herculia, la strada che unisce da Nord a Sud la Basilicata. La ricerca, finanziata dalla Provincia di Potenza e dall'Alsia (Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in agricoltura), è stata incentrata sullo studio e la ridefinizione di questo antico asse viario e ne ha rivelato la principale funzione: costituire una via di penetrazione in un territorio ricco già nell'antichità di specialità agroalimentari apprezzate dai mercati italici e mediterranei: formaggi, carne suina, legumi.
“È stato proprio per dotare le aree interne dell'Appennino lucano di un'infrastruttura capace di esportare nell'impero i prodotti locali che agli inizi del III secolo d. C. venne aperta una strada che univa Apulia (Venusia-Venosa e Forentum-Lavello) e Bruttii (Valle del Laos), attraversando da Nord a Sud le aree interne delle regiones Lucania (Potentia-Potenza e Grumentum-presso Grumento Nova”, spiega Sabia, che illustra il lavoro svolto dal gruppo di ricercatori dell'Ibam-Cnr: “L'archeologo Stefano Del Lungo ha condotto attività di studio e di indagine su dati e su materiale archeologico ricavati dal materiale epigrafico già rinvenuto, dalla documentazione di scavo di siti scoperti e da fonti testuali del periodo classico e medievale, così da ottenere elementi utili dai resti di insediamenti rurali o urbani. Un ruolo fondamentale hanno svolto anche l'analisi della fotografia aerea, storica e recente, e l'esame delle riprese satellitari. Si è proseguito quindi con la ricerca dei riscontri ricavabili dagli approfondimenti di tipo geologico, condotti dal geologo Maurizio Lazzari attraverso la verifica della corrispondenza tra ipotesi di tracciato e conformazione, grado di tenuta e pendenze delle superfici interessate. Io mi sono occupato invece delle ricerche agronomiche sulla qualità e la vocazione produttiva dei terreni attraversati dalla via Herculia, per comprendere a fondo le motivazioni delle scelte nell'andamento del tracciato”.
I territori lucani hanno una forte vocazione produttiva, attestata dalle certificazioni di qualità di molte produzioni agroalimentari tipiche, che hanno potuto recuperare, anche grazie ai risultati di questa ricerca, la propria dimensione culturale. Un elemento su cui si dovrebbe basare ogni strategia di tutela e di valorizzazione di un contesto territoriale, il cui sviluppo risulta invece frenato spesso dalla perdita della memoria storica e da una scarsa consapevolezza del proprio patrimonio identitario.
Per favorire la diffusione di questa consapevolezza, il gruppo di lavoro Ibam-Cnr ha diffuso i risultati della ricerca attraverso un'attività di divulgazione volta a favorire la tutela e la valorizzazione del territorio attraversato dalla Via Herculia. “Abbiamo partecipato a incontri formativi con gli operatori agrituristici, che hanno così potuto utilizzare i dati scientifico-culturali per valorizzare le produzioni agroalimentari e gastronomiche”, conclude Sabia. “Abbiamo poi realizzato un video, 'Via Herculia-Terre lucane', che ripercorrere idealmente, nel passato e nell'attualità, questo itinerario e tratteggia i contenuti della ricerca storica e scientifica sulle origini, la cultura e le antiche vocazioni produttive del territorio lucano”.
Fonte: Canio Alfieri Sabia , Istituto per i beni archeologici e monumentali, Tito Scalo, tel. 0971/427331, email c.sabia@ibam.cnr.it