Focus: Alimentazione

La tv da 'gustare'

chef
di Sandra Fiore

A tutte le ore e su qualsiasi canale è boom di programmi culinari che vantano ottimi ascolti. Mario Tozzi, ricercatore del Cnr e conduttore televisivo, in questo successo scorge però il segnale di un abbassamento del livello culturale. Una bocciatura condivisa da Federico Fazzuoli

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Fino a qualche anno fa facevano compagnia alle casalinghe prima dell’ora di pranzo, ora occupano spazi rilevanti in prima e seconda serata. I programmi televisivi dedicati al cibo e alla cucina hanno conquistato i palinsesti di reti pubbliche e private, basta fare un po’ di zapping per rendersene conto. Ce n’è per tutti i gusti: sfide tra aspiranti cuochi, lezioni di cucina, scuole di cake design, chef di fama che si raccontano.

Il successo si potrebbe spiegare con il carisma dei conduttori e degli ospiti, spesso personaggi del mondo dello spettacolo che si cimentano con la spesa come le comuni massaie, o professionisti dell’alta ristorazione che elaborano vere opere d’arte, attraenti e irraggiungibili. Nell’era del take away, dei cibi pronti, delle verdure lavate e imbustate, questi programmi appaiono un mondo virtuale dove preparare idealmente manicaretti senza faticare, rilassandosi un po’. 

Diverso il parere di Mario Tozzi, ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche e conduttore televisivo. “Sarebbe molto più utile trattare la storia dell’alimentazione, dalla preistoria ai giorni nostri, capire come e perché sono cambiati i metodi di cottura, conoscere le tecnologie e le novità introdotte, per esempio la cucina molecolare. Purtroppo la scienza in tv fa ancora fatica a guadagnare spazio anche se proposta in veste di intrattenimento, come ho sperimentato con il Trio Medusa. Nel nostro Paese sono viste con diffidenza le contaminazioni di genere, diversamente da quanto accade negli Stati Uniti, e si rifiuta l'idea che la scienza possa essere davvero divertente”.

"Tutto è un inno continuo al quant’è bello, quant’è buono, quant’è bravo quel cuoco. Ma in Tv il cibo non si sente, si vede soltanto" aggiunge Federico Fazzuoli, giornalista e pioniere dell'agricoltura in Tv con il programma 'Linea verde'.  "La Tv è soprattutto immagine, colore. E tutti allora via ad inseguire il piatto più bello, mentre  i nostri bambini stanno diventando i più grassi d’Europa.  Se negli Stati Uniti, patria degli hamburger e dei dolci, le diete scolastiche si sono fatte attente ad una alimentazione equilibrata, noi siamo entrati nel  tragitto alimentare che loro stanno abbandonando, quell’alimentazione che portava i loro bambini ad avere a 5 anni  già le arterie con le placche di colesterolo. Loro hanno imboccato una strada nuova che è poi la nostra strada antica (la famosa dieta mediterranea) e noi invece  stiamo facendo il contrario".

Da Fazzuoli, che su RaiUno ha condotto il programma 'Heritage' con il patrocinio del Cnr, una sonora bocciatura: "L’abbuffata di trasmissioni tv a cui assistiamo oggi non fa purtroppo educazione alimentare. Anzi, se ne sente la mancanza".

Fonte: Mario Tozzi, Istituto di geoscienze e georisorse, Roma, tel. 06/49914506 , email mario.tozzi@igag.cnr.it -

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