Una mamma "da premio"
Vincitrice del concorso indetto da Cnr e Lincei, Serena Sanna racconta le difficoltà, nel nostro Paese, di conciliare l'attività di ricerca con la famiglia. Come superarle? Ispirandosi allo stile di vita 'americano'
Il concorso Ricercat@mente vede premiata per la macro area afferente al Dipartimento di scienze biomediche Serena Sanna, dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica (Irgb) del Cnr di Cagliari. La giovane ricercatrice lo ha ottenuto, come si legge nella motivazione: “Per il contributo dato alla conoscenza scientifica di malattie monogenetiche e complesse attraverso l’analisi di tratti biomedici correlati e metodi innovativi di inferenza statistica”.
“Mi sono laureata in matematica nel dicembre 2003 e ho cominciato subito a pensare al lavoro”, racconta Sanna. “Sapevo di non voler fare l’insegnante e non ero interessata neppure alla matematica teorica: mi attraggono invece le applicazioni dirette dei modelli. La mia idea era di lavorare come analista, così mi sono rivolta al centro di orientamento universitario e ho cominciato a consultare gli annunci di lavoro. L'istituto cercava un matematico per analisi di dati così ho mandato il mio curriculum. Ho ottenuto un colloquio e ho subito iniziato a lavorare”.
Come altri giovani ricercatori precari del nostro Paese, anche Sanna aveva valutato l’opportunità di andare a lavorare all’estero per avere maggiori possibilità. “Sono partita per gli Stati Uniti, dove sono rimasta per due anni, assumendo competenze di analisi di dati genetici che a quel tempo nessuno aveva in Italia”, prosegue la ricercatrice dell’Irgb-Cnr. “Al termine di questo periodo sono rientrata: il ritorno è stato difficile e spesso ho pensato di andarmene nuovamente, ma ho continuato a fare ricerca ad alti livelli e questo mi ripagava dei sacrifici. Ho mantenuto inoltre contatti con i colleghi americani che, per via del fuso orario, si sono spesso tradotti in nottate di lavoro e ho fatto parte di consorzi internazionali che mi hanno permesso di conoscere tanti altri colleghi in Europa e in Australia. Il confronto con le altre realtà e le diverse scuole di pensiero è stato molto stimolante, poi sono arrivate diverse pubblicazioni annuali e i riconoscimenti personali”.
Da due anni la ricercatrice è dipendente del Cnr e questo le offre maggiori opportunità, soprattutto per chiedere finanziamenti per i progetti. “Oggi la mia attività continua assieme ai colleghi che lavorano con me ogni giorno, perché la ricerca è sempre il frutto di un lavoro di squadra”, aggiunge. “In questi anni, comunque, non ho mai tralasciato la mia vita personale, ho cercato sempre di ritagliarmi un po’ di tempo per ricaricarmi, specie dopo periodi di lavoro intenso e con tante scadenze da rispettare o nei momenti meno positivi in cui nessuno dei risultati ottenuti sembra avere senso”, conclude la ricercatrice. “Da poco è nata mia figlia, la mia grande gioia. Certo non è semplice conciliare tutto, ma non vivo la maternità come un ostacolo per il mio lavoro. Negli Stati Uniti alla mia età è normale essere ricercatori o professori e avere una famiglia, grazie anche ai molti aiuti strutturali che da noi mancano: dal nido al telelavoro. Cercherò perciò di ispirarmi al loro stile di vita. Anzi ho già iniziato, portando mia figlia a Roma a ritirare il premio con me ...”.
Claudia Ceccarelli
Fonte: Serena Sanna, Istituto di ricerca genetica e biometica del Cnr di Cagliari, tel. 070/6754653 , email serena.sanna@irgb.cnr.it -