L'altra ricerca

Bpco, questa sconosciuta

fumo
di Rosanna Dassisti

Contro asma e broncopneumopatia cronica ostruttiva, in continua crescita, la prevenzione è fondamentale: stop alle sigarette, anche a quelle elettroniche. A lanciare l'allarme gli esperti dell'European Respiratory Society, a Dublino

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Colpisce un italiano su 10, dopo tumori e infarto è la terza causa di morte al mondo, eppure ancora pochi la conoscono: è la Bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva. Più nota è l'altra malattia respiratoria, l'asma, di cui soffre un italiano su 15 e in continuo aumento: secondo l'Organizzazione mondiale della sanità i nuovi casi crescono del 50% ogni 10 anni.

Smettere di fumare è il primo modo per prevenire le malattie respiratorie: no quindi alle sigarette, anche elettroniche. Il divieto netto è una raccomandazione degli esperti riuniti a Dublino per il summit dell'European Respiratory Society (Ers).

Secondo l'ultimo Rapporto sul fumo dell'Istituto superiore di sanità, in Italia i fumatori sono ancora 10,6 milioni, pari al 20,6% della popolazione sopra i 15 anni. La spesa ospedaliera per il trattamento di pazienti affetti da patologie attribuibili al fumo di tabacco già qualche anno fa ammontava a circa 3,4 miliardi di euro, su oltre 7,5 miliardi di spesa sanitaria complessiva. Un'efficace attività di prevenzione per limitare l'utilizzo di sigarette e tabacco porterebbe quindi importanti benefici al sistema sanitario nazionale nel suo complesso, oltre che alla salute dei cittadini.

Sull’utilità della sigaretta elettronica le ricerche sono in corso. Poiché l’intenzione di chi ne fa uso, spesso, è quella di ridurre e smettere di fumare le sigarette tradizionali “è necessario approfondire con metodologie scientificamente solide la reale capacità di questo strumento per aiutare i fumatori a diventare ex fumatori”, osserva Roberta Pacifici dell’Istituto superiore di sanità. I dati finora acquisiti dimostrano che soltanto il 10,6% di chi l’ha utilizzata ha smesso del tutto con le 'bionde’, il 22,9% ne ha però tagliato drasticamente il numero e il 44,4% lo ha diminuito leggermente. Quindi quattro fumatori elettronici su cinque hanno modificato le loro abitudini tabagiche, anche se nove su dieci vi sono rimasti in qualche misura attaccati: non a caso, il 95,6% di questi utilizzatori di e-cig usano quelle con nicotina.

Gli pneumologi sono preoccupati per il numero ancora alto di fumatori. "Tosse e dispnea, cioè mancanza di fiato e affanno, talora accompagnati da respiro sibilante, sono spesso considerati come una normale conseguenza del consumo di sigarette", spiega Claudio Donner, amministratore della Fondazione italiana salute ambiente e respiro (Fisar). "Invece rappresentano già i sintomi di una broncopneumopatia cronica ostruttiva e a questo punto la malattia è irreversibile".

Con la progressione aumentano anche le riacutizzazioni infettive, soprattutto bronchiti, che richiedono un frequente utilizzo di antibiotici, con il rischio di sviluppare resistenza ai farmaci. "In media, una persona con bronchite cronica va incontro a due episodi all'anno", conclude Blasi. "La frequenza dipende dalla gravità della malattia polmonare sottostante, dall'età e dalla presenza di comorbilità. Le riacutizzazioni comportano oneri sociali enormi, con un costo medio di 7.000 euro a paziente l'anno, di cui il 71% per ospedalizzazione, il 18% per farmaci e l'11% per visite ambulatoriali e esami".

 

 

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