Focus: San Valentino

Al cuor comanda... il cervello

cervello
di Rosanna Dassisti

Le emozioni dell'innamoramento e dell'empatia sono una questione di biochimica. A spiegarne i meccanismi è Luca Passamonti, ricercatore dell'Istituto di scienze neurologiche del Cnr di Cosenza

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Il cuore batte forte, il respiro è accelerato, la felicità sembra essere a portata di mano, i sensi si risvegliano, si ha una percezione di leggerezza e di gioia di vivere. Sono alcune delle emozioni che si provano al pensiero o alla vista della persona amata durante l'esperienza dell'innamoramento. Ma perché si verificano certe reazioni?

Studi di neuroscienze confermano che esse dipendono da reazioni biochimiche, rese possibili dai neurotrasmettitori che permettono ai neuroni (le cellule nervose cerebrali) di comunicare tra loro. "Queste reazioni sono infatti 'orchestrate' dal nostro cervello e di conseguenza producono nel nostro corpo una cascata di fenomeni fisici e biologici", spiega Luca Passamonti, dell'Istituto di scienze neurologiche (Isn) del Cnr di Cosenza.

"A scatenarle sarebbe una molecola, la feniletilamina, detta anche Pea, prodotta costantemente dall'organismo, ma che in elevate concentrazioni provoca gli stessi effetti delle anfetamine. Ecco perché quando ci si innamora il cuore batte più velocemente e respiriamo in modo diverso".

Lo stato di benessere tipico dell'innamoramento è invece determinato dalla dopamina. "È un neurotrasmettitore che genera, tra l'altro, le sensazioni piacevoli che rimangono impresse nel sistema nervoso come ricordo di un'esperienza positiva, spingendo il soggetto a ripeterla. Non a caso, questa sostanza è anche responsabile dei fenomeni di dipendenza da fumo, alcol e droghe", chiarisce il ricercatore.

"A creare 'agitazione' interviene invece la noradrenalina, molecola presente nell'ipotalamo e nel sistema limbico con un duplice ruolo: come neurotrasmettitore e come ormone regolatore della adrenalina".

In questa 'tempesta ormonale', la serotonina ha il compito di regolare l'equilibrio psicologico. "Durante il processo di innamoramento le persone possono presentare una riduzione di tale sostanza che spiegherebbe alcuni cambiamenti comportamentali come l'impulsività, la riduzione di razionalità. Eccessi in questo ambito possono manifestarsi anche con comportamenti ossessivi nei confronti dell'altra persona".

L'innamoramento è favorito anche dall'ossitocina, che si è guadagnata anche il nome di 'ormone dell'amore'. "Questa molecola viene liberata durante il parto ed è coinvolta nei meccanismi dell'allattamento. Tuttavia sembra che abbia anche funzioni più complesse e funziona soprattutto nelle donne", spiega ancora Passamonti. La vasopressina è invece 'l'ormone della fedeltà maschile' responsabile del ruolo di controllo e protezione della femmina.

A spiegare cosa succede nel cervello di chi si innamora sono le tecniche di risonanza magnetica funzionale. "Si è visto che le zone più attive mentre osserviamo il volto del nostro partner sono le stesse coinvolte in reazioni emozionali di piacere: l'amigdala e il nucleus accumbens", conclude il neuro scienziato del Cnr. "Ma la ricerca ha anche dimostrato che, se vediamo il nostro partner soffrire, nel nostro cervello si 'accendono' le stesse zone del cervello, in particolare la corteccia del cingolo, che sono attive quando noi stessi proviamo dolore". In sintesi, l'empatia è uno dei fenomeni chiave alla base dell'innamoramento.

Rosanna Dassisti

Fonte: Luca Passamonti, Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare, Catanzaro, tel. 0961/3695902 , email luca.passamonti@cnr.it -

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