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Staminali: un argomento di successo

STAMINALI
di Manuela Faella

Il ricorso alle cellule staminali alimenta in molti la speranza di affrontare con successo, in un futuro prossimo, patologie importanti: dalle leucemie alle malattie neurodegenerative, dalle distrofie alle cardiopatie, fino ai trapianti di organo

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In un recente sondaggio condotto dall'Ufficio stampa del Cnr, la notizia riguardante 'Trattamenti con le staminali: dispute giudiziarie, speranze e illusioni' si è classificata in terza posizione su 20 news scientifiche proposte.

"Negli ultimi anni il dibattito sulle cellule staminali e il loro impiego in campo medico è uscito dai circuiti prettamente scientifici per occupare uno spazio crescente nella comunicazione sui mass media, raggiungendo un pubblico sempre più vasto di non addetti ai lavori", commenta Giuseppe Biamonti, direttore dell'Istituto genetica molecolare (Igm) del Cnr di Pavia. "Esse sono presenti in ogni organismo e si distinguono dalle altre perché non sono differenziate e specializzate, non hanno cioè una funzione precisa nell'organismo. Possono quindi riprodursi in maniera pressoché illimitata, dando vita ad altre cellule staminali e a cellule precursori di una progenie destinata a differenziarsi e a dar vita a tessuti e organi come i muscoli, il cuore, il fegato, le ossa...  In questo senso il loro impiego può a ragione venire considerato la base della medicina del futuro, anche per la produzione di animali transgenici".

Sono probabilmente queste particolarità e queste prospettive a creare spesso nel pubblico aspettative superiori alla realtà. D'altra parte, il loro impiego solleva problemi e timori. "A livello mediatico si può parlare di una irrazionale paura del mostro, dell'effetto Frankenstein, continua Biamonti. "A un livello più consapevole sono stati sollevati problemi etici e morali che limitano di fatto in molti paesi, tra cui l'Italia, la possibilità di utilizzare le staminali embrionali, le uniche realmente 'pluripotenti' cioè dotate della capacità di differenziarsi in qualsiasi tipo cellulare. In parte si cerca di superare queste limitazioni con l'impiego di staminali adulte o pluripotenti indotte (iPS)".

È di pochi giorni fa l'assegnazione del Nobel per la Medicina a due padri della ricerca in questo settore: l'inglese John Gurdon e il giapponese Shinya Yamanaka che ha messo a punto un protocollo tramite il quale cellule adulte di topo possono venir riprogrammate in cellule staminali dette iPS (induced Pluripotent stem cells). Lo studioso nipponico ha illustrato tale scoperta nel corso di una Lectio magistralis svoltasi nella sede centrale del Cnr, a Roma.

"Nel 1999, quando ottenni il mio primo laboratorio come ricercatore indipendente, decisi di concentrare i miei sforzi sulla generazione di cellule simil-staminali embrionali derivanti dalle cellule adulte con capacità multidifferenziative, un processo che comporta una riprogrammazione nucleare", ha detto nella sua relazione presso la nostra sede Yamanaka. "L'intento che mi prefissai allora era successivo all'esperimento di clonazione della famosa pecora Dolly attraverso la tecnica del trasferimento nucleare (...) All'epoca non si aveva alcuna idea di quali potessero essere i meccanismi ed i geni implicati in questa trasformazione. In appena sette anni riuscimmo a centrare il nostro obiettivo: attraverso il trasferimento di soli quattro geni".

Manuela Faella

Fonte: Giuseppe Biamonti, Istituto di genetica molecolare, Pavia, tel. 0382/546322 , email biamonti@igm.cnr.it -

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