L'altra ricerca

L'oceano, questo sconosciuto

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di Rosanna Dassisti

Continua la navigazione di Tara Oceans, la spedizione che dal 2009 svolge attività di ricerca alla scoperta del 'continente inesplorato', con l'obiettivo di mappare la composizione genetica di tutta la comunità planctonica su scala globale. A guidare la prossima tappa, dal 23 novembre al 22 dicembre, Gabriele Procaccini, biologo della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli

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Batte bandiera italiana la prossima tappa della spedizione Tara Oceans, dal 23 novembre al 22 dicembre. A guidarla Gabriele Procaccini, biologo della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, uno degli istituti membri del coordinamento.

Tara Oceans continua la perlustrazione della comunità planctonica - spesso definita l'ultimo continente inesplorato - con l'obiettivo di scoprirne i segreti e mapparne la composizione genetica su scala globale. I primi risultati hanno permesso di stabilire che circa il 70% dei geni dei microrganismi che compongono il plancton è ancora sconosciuto, e proprio in questa 'zona oscura' si concentreranno gli sforzi dei ricercatori. Si spera di trovare microrganismi il cui metabolismo presenti aspetti di interesse industriale, per esempio per la produzione di biocarburanti o di nuovi farmaci.

La spedizione, che prende il nome dalla goletta protagonista dei campionamenti, ha preso il via il 5 settembre del 2009 e si concluderà a marzo del 2012.

"Nei prossimi 6.300 chilometri di navigazione esploreremo una delle cosiddette 'zone di minimo di ossigeno' lungo le coste del centro America", spiega Procaccini. "Qui, a decine o centinaia di metri di profondità, la concentrazione del gas può raggiungere valori al di sotto della soglia di tolleranza teorica degli organismi, sebbene alcuni di essi vi si siano adattati. Noi speriamo di scoprire peculiarità nel metabolismo di tali organismi, anche considerando che con i cambiamenti climatici queste zone si potrebbero espandere fino a influenzare drammaticamente gli ecosistemi costieri''.

La goletta Tara percorrera' 3.500 miglia marine in circa un mese, partendo dalla California per arrivare all'istmo di Panama.

"Sarà una spedizione impegnativa", spiega il ricercatore, "anche perché la goletta ha spazi di lavoro limitati e non permette la copresenza durante il campionamento di tutti gli esperti che sarebbero necessari per questo lavoro multidisciplinare. Sarà fondamentale l'aiuto del team a terra".

Al suo termine la spedizione avrà percorso 115 mila chilometri; ai campionamenti segue lo studio della biodiversità del plancton, con tecniche di microscopia e con la caratterizzazione dei geni (sequenziamento Dna) e della loro espressione (sequenziamento mRNA).

"Uno degli aspetti sui quali i dati potranno dare informazioni importanti è la fertilizzazione naturale degli oceani", conclude Daniele Iudicone, oceanografo fisico presso la Stazione di Napoli.

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