Faccia a faccia

Ellen Hidding, un'olandese tra le campagne italiane

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di Paolo Dionisi

Campionessa di stile libero a 15 anni, inizia poi a lavorare come modella. Dopo aver vinto un concorso di bellezza, arriva in Italia e debutta in tv. Attualmente conduce, insieme con Edoardo Raspelli, il programma 'Melaverde', in onda la domenica su Rete 4

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Dopo un brillante esordio come nuotatrice, che la porta a divenire a 15 anni campionessa olandese di stile libero, Ellen Hidding inizia a lavorare come modella nei Paesi Bassi e all'estero. Arrivata in Italia dopo aver vinto un concorso di bellezza, nel 1997 debutta in televisione con il programma ‘Mai Dire Gol'. Il sodalizio con la Gialappa's Band dura parecchi anni. Nel 2002, approda a Canale 5, dove conduce ‘Lo stivale delle meraviglie', dal 2003 al 2005 presenta il programma per bambini ‘Ziggie' in onda su Italia 1. Nella stagione 2006-2007 è chiamata da Emilio Fede a ‘Sipario', rotocalco di Rete 4; quindi passa a Sky, al reality show ‘L'uomo perfetto'. Nel 2010 torna a Mediaset dove conduce insieme con Edoardo Raspelli, il programma Melaverde, in onda tutte le domeniche su Rete 4.

Dopo l'inizio nel mondo dello sport, cosa l'ha spinta a passare allo spettacolo e alla televisione?

È stato tutto casuale. Mio padre mi portava spesso in piscina e ho iniziato a nuotare sin da piccola; poi, verso i dodici anni, un istruttore mi ha notato e ho cominciato ad allenarmi sul serio. Fino ai 17 anni ho praticato nuoto a livello agonistico. In seguito, ho partecipato a un concorso di bellezza a Milano, dopo il quale mi sono trasferita in Italia. Ho iniziato a lavorare come modella, dopo di che l'agenzia mi ha proposto un provino per partecipare alla sigla di ‘Mai dire gol'. Con gli autori c'è stato subito grande feeling, così mi hanno proposto di registrare alcune puntate come conduttrice e  lì è iniziato tutto.

‘Melaverde' è un programma errante, in giro per l'Italia. Le piace oppure le pesa doversi allontanare spesso da casa?

Partire spesso non è un problema: mi piace molto viaggiare e poi siamo fuori non più di due giorni. Il resto della settimana sono a casa e posso dedicarmi tranquillamente a mio marito e a mia figlia.

Ha condotto vari programmi, ma mai uno che si occupasse di ambiente. Qual è stato l'impatto con le problematiche dell'agricoltura e dell'eno-gastronomia?

‘Melaverde' è un programma che adoro e spero continui a lungo. Comunque io sono cresciuta nelle campagne olandesi, in un paesino sperduto, e andando in giro ritrovo un po' le mie origini. Girando per agriturismi e aziende agricole ho appreso come dietro ogni prodotto, anche quello più comune che utilizziamo quotidianamente, c'è una storia. Quella che cerchiamo di raccontare attraverso il programma.

Nel suo paese, l'Olanda, si dedica grande attenzione alla cura e alla tutela dell'ambiente. Secondo lei, in questo campo, l'Italia come si comporta?

Mi sembra che tenga il passo con l'Europa.  Visitando i paesi anche piccoli ci si rende conto di quanto la gente tenga al proprio lavoro e al posto in cui vive. Certo, si potrebbe fare di più, ma questo vale anche per noi olandesi.

I Paesi Bassi sono sempre stati all'avanguardia per lo sviluppo tecnologico. Lei che rapporto ha con il mondo della ricerca?

Devo ammettere  che il mio rapporto con le tecnologie è pessimo. Sarei dovuta nascere vent'anni fa: computer, telefonini... non faccio in tempo a imparare come si utilizzano che già è uscito un modello nuovo.

Quando andava a scuola, che rapporto aveva con le materie scientifiche?

Erano le discipline in cui ero più scarsa. Sono sempre stata brava con le lingue, ma la matematica e le scienze non sono mai state il mio forte.

Paolo Dionisi

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