Moglie di Fantozzi? Ma anche di Einstein
Milena Vukotic si forma artisticamente a Parigi. Tornata a Roma negli anni Sessanta, lavora con i maggiori registi, da Strehler a Zeffirelli, fino a Scaparro. Al cinema interpreta ruoli drammatici, ma anche leggeri, come quello di Pina accanto a Paolo Villaggio. E' attiva anche in tv, dove è uno dei personaggi della serie 'Un medico in famiglia'
Milena Vukotic, romana, si forma artisticamente a Parigi, dove studia pianoforte, danza e recitazione alla prestigiosa scuola di Tania Balachova e inizia a recitare nei teatri di avanguardia.
Tornata nella Capitale negli anni Sessanta, lavora dapprima nella compagnia teatrale Morelli-Stoppa, quindi con i maggiori registi, tra cui Giorgio Strehler, Franco Zeffirelli, Franco Enriquez, Maurizio Scaparro, Paolo Poli, Benno Besson, Lina Wertmuller. Nel 2002 le viene assegnato il premio ‘Eleonora Duse' per la carriera teatrale.
Intensa è anche l'attività cinematografica in ruoli sia drammatici sia di genere leggero: ha recitato in film diretti, tra gli altri, da Alessandro Blasetti, Federico Fellini, Alberto Lattuada, Mauro Bolognini, Ettore Scola, Mario Monicelli, Carlo Lizzani, Dino Risi, Bernardo Bertolucci, Andrej Tarkovskij e Nagisa Oshima. E' stata interprete degli ultimi tre film di Luis Buñuel ed è popolare tra il grande pubblico per la serie dei film di ‘Fantozzi' (sugli schermi tra il 1980 e il 2000) in cui ha il ruolo della moglie di Paolo Villaggio, Pina. Nel 2003 ha preso parte a ‘Le Seduttrici' per la regia di Mike Barker e nel 2007 al film ‘Saturno Contro' di Ferzan Ozpetek. Sempre nel 2007 ha ricevuto il Ciak d'Oro alla carriera.
Molto attiva anche in televisione dal 1964, anno in cui collabora con Lina Wertmuller, oggi è uno dei personaggi della fortunata serie ‘Un medico in famiglia'.
Nella sua carriera di attrice ha recitato per teatro, cinema e televisione. Quale forma di comunicazione la rappresenta di più?
Sono un'interprete, ogni volta si tratta dell'incontro con un personaggio che richiede un diverso tipo di comunicazione con il pubblico. In teatro, la parte espressiva è sicuramente più carica, ma ho una grande attrazione e sensibilità verso il cinema, sia come spettatrice sia come interprete.
Nella sua carriera ha lavorato con i maggiori registi italiani e internazionali. Ci sono differenze tra il modo di lavorare di ieri e di oggi?
Fellini è il regista che più di tutti mi ha aperto al cinema, alla possibilità di vederlo e di farlo come se si trattasse di un grande sogno. Per quanto riguarda il cinema di oggi, la mancanza dei mezzi e delle risorse ne limita le possibilità di espressione personale specialmente per quello di valore artistico e sociale.
Tra i ruoli che ha interpretato, le è mai capitato un personaggio legato al mondo della scienza o della medicina?
Sì, ho vestito i panni di Mileva Maric, fisica serba, moglie di Albert Einstein, in uno sceneggiato televisivo degli anni Settanta in cui Giancarlo Zanetti interpretava lo scopritore della relatività. Ho così incarnato una grande scienziata, che ha dato un importante contributo al lavoro scientifico del marito pur vivendo alla sua ombra. Attualmente sto lavorando a un testo su di lei, un monologo in cui parlo della sua figura di donna e studiosa, del suo essere stata una pioniera in campo scientifico e dei pregiudizi e delle discriminazioni cui si imbattevano le ricercatrici nel ventesimo secolo.
Nel film ‘Saturno Contro' è un'infermiera capo sala, che deve informare un paziente sul suo critico stato di salute. Ritiene importante la comunicazione tra sanitari e paziente?
Penso sia vitale, credo fermamente nel potere della mente come mezzo per lo sviluppo positivo dell'essere umano, soprattutto se la persona sta male. Più in generale, credo nell'energia, che tutti abbiamo e che può rivelarsi utile nei confronti di noi stessi e degli altri.
Segue i fatti di natura scientifica, le notizie su scoperte o problemi legati alla ricerca?
Mi piace il lavoro di Piero Angela. Nonostante la mia distanza culturale dal mondo scientifico, da bambina ho ricevuto un'educazione libera che ha sviluppato il mio interesse verso campi anche molto lontani dalla mia professione come la ricerca, che ritengo mi arricchisca.
Che idea ha dell'attività di ricerca?
Quella di una prospettiva. Mi stupisce ciò che si sta sviluppando in tanti ambiti e mi affascina come l''impossibile' stia divenendo giorno dopo giorno sempre più probabile.
Cosa chiederebbe alla scienza?
Di fermare il tempo.
Paola Colapinto