Con i campi elettromagnetici l'autotrapianto è più facile
di Gaia RovelliUno studio su 'Come addomesticare le staminali' mira a riparare i danni ai tessuti cardiaci, al sistema neurologico e a quello scheletrico. E a migliorare l'efficacia dei farmaci mediante l'utilizzo delle cellule degli stessi pazienti
Tra i 15 finalisti della prima Start Cup Cnr-Il Sole24Ore c'è anche il progetto sviluppato dall'Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Siena in collaborazione con l'Ispesl e con Magta, un gruppo di professionisti e ricercatori che lavora da anni nel campo delle biotecnologie e dei dispositivi elettromedicali, dal titolo 'Come addomesticare le cellule staminali per favorire gli autotrapianti dopo l'infarto'. Grazie a questi studi si mira a riparare danni ai tessuti cardiaci, al sistema neurologico o a quello scheletrico e migliorare l'efficacia dei farmaci mediante l'utilizzo delle cellule degli stessi pazienti.
Le cellule staminali adulte presenti in ciascuno di noi possiedono la capacità di rigenerare naturalmente una grande varietà di tessuti danneggiati. Per poterle utilizzare con tecniche di autotrapianto, occorre però, una volta espiantate, indurle ad assumere la capacità di rigenerare lo specifico tessuto (differenziazione), un processo che richiede molto tempo, a meno di non usare sostanze che inducono pesanti effetti collaterali.
Il team di Cnr, Ispesl e Magta ha scoperto che, applicando opportuni campi elettromagnetici di bassa intensità, le cellule staminali adulte si differenziano e si moltiplicano in tempi compatibili con l'efficacia delle tecniche di autotrapianto e senza alcun bisogno di stimolazione chimica. "E' sufficiente un normale incubatore per colture cellulari, opportunamente schermato e dotato di un elettromagnete pilotato da un sistema di controllo specificamente sviluppato, per trasformare velocemente le cellule espiantate in materiale idoneo per autotrapianti rigenerativi", spiega Caterina Cinti dell'Ifc-Cnr e capo progetto.
"L'utilizzo di differenziatori Ispesl-Magta", continua Cinti, "permette di eseguire auto trapianti di cellule staminali differenziate entro la prima settimana da un evento di infarto del miocardio, permettendo la ricostruzione del muscolo cardiaco del paziente ben prima che questo perda la capacità di autorigenerarsi".
Per il futuro si prevedono farmaci più efficaci e totalmente biocompatibili. Il team, infatti, si propone di sviluppare e realizzare sistemi di drug delivery basati sull'utilizzo di cellule degli stessi pazienti per indirizzare, sempre grazie a campi elettromagnetici, i principi attivi direttamente negli organi affetti da patologie. L'obiettivo è di trasformare in prodotti affidabili per il mercato biomedicale i suoi prototipi che hanno dimostrato la loro efficacia in tre anni di intensa sperimentazione.
Gaia Rovelli
Fonte: Caterina Cinti, Istituto di fisiologia clinica, Siena, tel. 0577/4572451 , email ccinti@ifc.cnr.it -