Vita Cnr

Cavallerizzo, dopo la frana il 'trasloco'

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di Barbara Pittaluga

In seguito alla rilevazione di un elevato rischio idrogeologico e sismico nell'area del paesino calabrese, è stata disposta la rilocalizzazione dell'intero centro abitato in una zona più sicura. Gli studi, disposti dal dipartimento della Protezione civile, hanno coinvolto anche l'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr

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A seguito della frana del 7 marzo 2005, la Protezione civile ha disposto studi per la valutazione della pericolosità e del rischio nel centro abitato di Cavallerizzo del comune calabrese di Cerzeto. Gli studi sono stati eseguiti sia dalle strutture stesse del Dipartimento che dall'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Cnr, dal Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze e dal Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano con la società di spin-off Telerilevamento Europa.

Dai dati raccolti sono emerse condizioni di rischio estremamente elevate per la popolazione della zona, in quanto Cavallerizzo è risultata essere interessata per tutta la sua estensione da tre frane posizionate su una deformazione gravitativa profonda di versante. Inoltre, è stata rilevata una notevole sismicità, dovuta alla faglia San Fili-Cerzeto-San Marco Argentano, che attraversa interamente l'area e che per le sue caratteristiche geologico-strutturali e geomorfologiche è da considerarsi capace di generare terremoti e conseguenti movimenti franosi sismo-indotti.

"In seguito a queste rilevazioni si è deciso, per garantire alla popolazione un adeguato livello di sicurezza, di proporre di spostare l'intero abitato in una zona più sicura", spiega Fausto Guzzetti, direttore dell'Irpi-Cnr. "L'area di Pianette, posta immediatamente a est del centro abitato di Cerzeto, sul versante opposto a quello di Cavallerizzo, prescelta per il nuovo insediamento garantisce condizioni di sicurezza idrogeologica e sismica nettamente migliori e risponde alla necessità, espressa dalla comunità locale, di non distanziarsi eccessivamente dal vecchio centro abitato. Infine, le condizioni geologico-morfologiche dell'area di Pianette risultano idonee alla costruzione di un numero sufficiente di edifici, senza che siano soggetti a pericolo di frana o inondazione".

Gli studi condotti nell'area interessata dallo smottamento hanno incluso indagini geologiche e geomorfologiche di dettaglio, una campagna geognostica con l'installazione di strumentazione di monitoraggio in situ, un'analisi per la valutazione della risposta sismica locale e l'analisi di immagini satellitari radar ad apertura sintetica (Sar) e ottiche ad alta risoluzione, mediante tecniche avanzate di elaborazione dati.

"L'analisi delle immagini Sar riprese nel periodo 1992-2005", conclude il direttore dell'Irpi-Cnr, "ha evidenziato in modo inequivocabile la presenza di movimenti della superficie topografica estesi su tutto il centro abitato, rilevando velocità di deformazione medie dell'ordine di circa 1 cm/anno. I dati ottenuti con il telerilevamento sono stati confermati da sopralluoghi in situ e dal confronto con la rete di monitoraggio a terra installata dal nostro istituto".

Barbara Pittaluga

Fonte: Fausto Guzzetti, Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica, Perugia, tel. 075/5014413 , email fausto.guzzetti@irpi.cnr.it -