Editoriale

Regole e certezze per una società creativa

Si è svolta nei giorni scorsi, presso l'Università La Sapienza di Roma, 'Maker Faire', una delle ormai numerose iniziative che vogliono valorizzare il talento creativo, in particolare dei giovani. La manifestazione ha rinnovato il successo di partecipazione e di pubblico della precedente edizione e questa è senz'altro una buona notizia, poiché attesta l'interesse per l'innovazione come capitale diffuso: non dobbiamo dimenticare che la creatività è sempre stata una caratteristica del nostro paese e che anche
di Marco Ferrazzoli

Valorizzare il talento, in particolare dei giovani, in una filiera che tenga assieme anche gli aspetti politico-istituzionali e l'applicazione industriale. È uno sforzo indispensabile per la crescita. Servono quindi certezze normative, un miglior collegamento tra decisori politici e mondo della ricerca, non per chiudere l'innovazione nelle torri d'avorio ma, anzi, per sfruttare al meglio la rivoluzione delle reti digitali, garantendo però i cittadini

 

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Si è svolta nei giorni scorsi, presso l'Università La Sapienza di Roma, 'Maker Faire', una delle ormai numerose iniziative che vogliono valorizzare il talento creativo, in particolare dei giovani. La manifestazione ha rinnovato il successo di partecipazione e di pubblico della precedente edizione e questa è senz'altro una buona notizia, poiché attesta l'interesse per l'innovazione come capitale diffuso: non dobbiamo dimenticare che la creatività è sempre stata una caratteristica del nostro paese e che anche oggi l'Italia è terza al mondo per numero di 'officine digitali', per quanto molti altri dati ricordino le difficoltà di inserire certe attività e capacità in una filiera che tenga assieme anche gli aspetti burocratico-normativi e l'applicazione industriale.
Lo sforzo di tutti deve essere quindi teso a creare un vero sistema della ricerca come motore di sviluppo socio-economico: a partire dalle istituzioni politiche, fino alle imprese, passando per i media, l'opinione pubblica e naturalmente i ricercatori stessi. In tal senso, nelle settimane scorse, abbiamo registrato una notizia senz'altro positiva come la forte pressione sulle vaccinazioni quale sistema di prevenzione dal sempre possibile insorgere di patologie gravi, e una di segno diverso sugli ogm, verso i quali l'Italia conferma un diffuso pregiudizio negativo che rischia di tagliarci fuori da processi innovativi indispensabili per la crescita del comparto agro-alimentare.
Un'altra manifestazione di carattere scientifico ma con un forte impatto pubblico svoltasi di recente è stata il Festival di meteorologia, organizzato dall'Università di Trento con una forte partecipazione del Cnr, al quale avevamo già dedicato il Focus dello scorso numero dell'Almanacco della Scienza. Anche qui appare necessaria una presa di coscienza di tutti gli attori coinvolti per garantire, su una tematica che investe enormi interessi, economici ma soprattutto di tutela del territorio e delle persone che lo abitano, una migliore qualità dei servizi offerti. Una garanzia che però, come è stato osservato nell'ambito del Festival, passa ineludibilmente per il rinascimento di un percorso formativo e professionale del meteorologo, che sottragga la disciplina all'attuale anarchia e al rischio di incontrare molti previsori improvvisati.
Le esigenze di certezze normative e di un miglior collegamento tra decisori politici e mondo della ricerca non significano affatto – tornando ai giovani inventori da cui siamo partiti – considerare l'innovazione una prerogativa esclusiva delle università e degli enti di ricerca: il progresso non vuole caste né torri d'avorio, basti pensare a Guglielmo Marconi, autore di una delle rivoluzioni tecnologiche fondamentali della storia e presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, che operò al di fuori di qualunque istituzione accademica e che purtroppo dovette brevettare le proprie invenzioni all'estero.
La rivoluzione portata dalle reti e dalla digitalizzazione, al contrario, spinge proprio verso la condivisione dei saperi, la convergenza di scienze umane, naturali e tecnologia e l'apertura delle conoscenze: ne abbiamo parlato pochi giorni fa presso la sede centrale del Cnr, alla presenza di rappresentanti delle diversi istituzioni, in un incontro sul progetto Science & Technology Digital Library intitolato non a caso 'Oltre le tre culture'. Le storie e le riflessioni che leggerete nel Focus di questo numero serviranno proprio a ribadire come questi principi siano stati fondamentali nello sviluppo umano e come oggi lo siano ancora di più. A patto naturalmente di assicurare, da parte delle autorità deputate a rappresentare e a tutelare i cittadini, un coordinamento e un controllo che mantengano chiara la differenza tra metodo scientifico e applicazione tecnologica da un lato e marketing o libera espressione del pensiero dall'altro.