Focus: Uguali ma diversi

Ingannevoli somiglianze

Rocce
di Naomi Di Roberto

In natura ci sono rocce che possono sembrare simili, ma differiscono sostanzialmente nella loro composizione chimica, nella struttura o nella formazione, e, viceversa, esistono rocce apparentemente diverse che invece sono sostanzialmente uguali. Abbiamo approfondito l’argomento con Ilaria Mazzini dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr

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Anche i minerali possono avere ingannevoli somiglianze come la pirite, storicamente definita “oro degli sciocchi”, a causa della sua somiglianza con questo prezioso metallo. Durante la cosiddetta corsa all’oro, che ha interessato principalmente la California nel 1840, questa espressione venne attribuita ad alcuni ricercatori inesperti che nelle loro ricerche rivendicavano la scoperta di oro, perché di colore simile al prezioso minerale, ma che poi si rivelava essere pirite. Quest’ultima è un minerale di solfuro di ferro con una lucentezza metallica che può effettivamente apparire simile all’oro ma che, a differenza di quest’ultimo, non ha valore economico. Da qui nasce anche l’espressione “non è oro tutto ciò che luccica”, per sottolineare che, appunto, non tutto ciò che sembra prezioso lo è effettivamente.

Questo è un esempio che riguarda i minerali, ma esistono in natura rocce che sembrano uguali, pur essendo sostanzialmente diverse. “Alcune rocce possono sembrare simili ma differiscono nella loro composizione chimica, struttura o formazione”, spiega Ilaria Mazzini dell’Istituto di geologia ambientale e geoingegneria (Igag) del Consiglio nazionale delle ricerche. “Due rocce che appaiono simili a prima vista potrebbero avere differenze significative in termini di minerali presenti, processi di formazione o storia geologica. Ad esempio, due rocce sedimentarie, ossia formate da sedimento o resti di esseri viventi trovati sulla superficie della Terra, come la calcarenite e la arenaria, possono apparire simili, ma la calcarenite è composta principalmente da calcite (carbonato di calcio) derivato da sedimenti organici, mentre l'arenaria è formata da grani di quarzo e può derivare da depositi di sabbia. Inoltre, rocce ignee apparentemente simili, come il granito e la diorite, possono avere differenze nella composizione mineralogica: il granito contiene più quarzo, feldspato e mica rispetto alla diorite. Ricordiamo che le rocce ignee si formano quando il magma solidifica lentamente sotto la superficie della crosta terrestre o rapidamente in superficie in seguito a un’eruzione vulcanica”.

Pirite

Quindi, anche se due rocce possono sembrare uguali a una rapida occhiata, analizzandone più approfonditamente la composizione e la formazione, è possibile identificare le differenze sostanziali tra esse. Allo stesso tempo, esistono rocce apparentemente diverse ma invece molto simili in termini di composizione. “Spesso le rocce con la stessa composizione minerale sono molto differenti perché hanno subito processi dissimili. Ad esempio, anche se la composizione chimica del calcare e del marmo di base è la stessa (entrambi sono principalmente composti da calcite), le differenze nei processi geologici che li hanno formati conferiscono loro caratteristiche distintive”, chiarisce la ricercatrice. “Il calcare si forma principalmente attraverso il processo di sedimentazione di carbonato di calcio da soluzioni acquose, come nelle acque marine, lacustri o sotterranee. Ci sono diversi modi in cui il calcare può formarsi: per precipitazione chimica, in ambienti come laghi o mari; per attività biologica, perché molte forme di vita marine, come i coralli e alcuni tipi di alghe, estraggono ioni di calcio dall'acqua per costruire i loro scheletri o strutture. Nel corso del tempo, questi scheletri si possono accumulare formando depositi carbonatici che attraverso processi diagenetici diventeranno rocce calcaree”.

Del tutto diverso il processo di formazione del marmo. “Questa roccia si forma attraverso il metamorfismo del calcare. Il metamorfismo è un processo di trasformazione di rocce attraverso cambiamenti di temperature e pressione. Attraverso un processo metamorfico il carbonato di calcio presente nel calcare subisce un processo di ricristallizzazione, i cristalli di calcite si riorganizzano in una struttura più fine e compatta. Durante il processo di metamorfismo, gli eventuali fossili o strutture sedimentarie vengono completamente obliterati e le impurità, come argilla o minerali accessori, possono essere trasformate. Il risultato finale di questo processo è appunto il marmo, una roccia metamorfica composta di calcare con aspetto ‘saccaroide’ ovvero simile allo zucchero. Il marmo può variare nella sua colorazione e nella sua tessitura a seconda delle impurità presenti durante il processo di metamorfismo: il marmo bianco, come quello di Carrara che ha un contenuto di carbonato di calcio pari al 98%, contiene poche impurità, mentre quello più colorato può contenere minerali accessori che conferiscono tonalità diverse alla roccia”, conclude Mazzini.

Fonte: Ilaria Mazzini, Istituto di geologia ambientale e geoingegneria, ilaria.mazzini@igag.cnr.it

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