Editoriale: Domande

Almanacco della Scienza? Ma che domande...

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di U. S.

Per rispondere ad alcuni dei tanti quesiti che coinvolgono in qualche modo il mondo della scienza, abbiamo dedicato il nostro magazine alle domande, fornendo risposte ad alcune, grazie all’aiuto delle ricercatrici e dei ricercatori del Cnr

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La curiosità e il dubbio sono la molla della ricerca e della conoscenza, ma anche dello scetticismo complottista e negazionista che ne rifiuta le risposte. Sono forse l’elemento più peculiare con cui l’essere umano ha costruito il proprio dominio sul mondo, con relativi errori, eppure le persone si interrogano in misure e modi molto diversi. Le domande, insomma, sono di per sé contraddittorie: presuppongono le soluzioni e possono vanificarle; limitarle può essere indice di involuzione culturale così come, all’opposto, di un equilibrato rapporto di accettazione con la realtà.

In fondo, tutto nasce da una domanda. Lo stesso Almanacco della Scienza parte da quesiti rivolti a ricercatrici e ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche, ai quali abbiamo posto alcune “grandi domande” che, in realtà, mescolano curiosità minute e interrogativi esistenziali. Nella vita e nelle nostre giornate, del resto, non succede proprio così? Talvolta, è partendo dalle prime che rispondiamo ai secondi, o viceversa.

Nel Focus, due chimici spiegano alcuni fatti in apparenza banali: Matteo Guidotti dell’Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta” perché la schiuma dello spumante è diversa da quella della birra e a cosa è dovuto il sapore di tappo di alcuni vini; Alessia Cosseddu dell’Ufficio stampa per quale ragione, quando si lavano i capelli, la seconda passata di shampoo fa più schiuma della prima. Il nostro cervello è poi al tempo stesso il luogo di elaborazione delle risposte e la sede di alcuni dei misteri più profondi: come mai a volte dimentichiamo il motivo per cui siamo entrati in una stanza e per quale ragione i cibi poco sani o poco sani ci attraggono tanto? Rispondono, rispettivamente, Elvira De Leonibus dell’Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” e, in Salute a tavola, Maria Luisa Malosio dell’Istituto di neuroscienze. Non meno complesse sono le interazioni tra uomo e ambiente: perché fratelli vissuti all’interno della stessa famiglia possono essere tanto diversi tra loro e perché sembra impossibile prevedere le crisi economico-finanziarie e bancarie? Ce lo spiegano Paolo Vezzoni dell’Istituto di ricerca genetica e biomedica e l’economista Antonio Coviello, dell’Istituto di ricerca su innovazione e servizi sullo sviluppo. Altra questione di estrema attualità, che esaminiamo infine con Giuseppe De Pietro, direttore dell’Istituto di calcolo e reti ad alte prestazioni, è la possibilità delle macchine di fornire, con l’Intelligenza artificiale, risposte più precise e celeri di quelle dell’essere umano al quale si potrebbero per questo sostituire, secondo quanto sostiene e teme qualcuno.

Il direttore del Dipartimento di ingegneria Ict e tecnologie per l’energia Emilio Fortunato Campana, in Cinescienza, parla del film “Non ci resta che piangere”, in cui Massimo Troisi e Roberto Benigni scoprono quanto sia difficile scoprire e realizzare un’innovazione. Mentre in Vita di mare Ester Cecere dell’Istituto di ricerca sulle acque parla di animali “preistorici” che vivono ancora nei fondali, rispondendo indirettamente alla domanda se esista il mostro di Loch Ness.  

Ma quante domande sono ancora aperte sulla pandemia, che pure consideriamo ormai trascorsa? Una riflessione in merito la propone l’evento “Emergenza Covid-19 e informazioni scientifiche: i codici di accesso”, di cui riferiamo in Università ed enti, al quale hanno partecipato anche Massimo Clemente direttore dell’Istituto di ricerca innovazione e servizi per lo sviluppo, e Giovanni Maga, direttore del Dipartimento di scienze biomediche. Nelle Recensioni vediamo i volumi: “Energia dall’idrogeno. A che punto siamo?” (21mo secolo), che si lega alla grande domanda di energia dei nostri tempi; “Ascoltami, non dire nulla” (Vallecchi), legato invece a una dolorosa vicenda sulla domanda di senso che accompagna la nostra vita; “L’Europa della conoscenza” (Franco Angeli) e “Caccia alla verità” (Egea) che affrontano la medesima questione dal punto di vista del sistema della ricerca e filosofico. 

Le interviste sono, per concludere, il genere giornalistico che più esplicitamente si basa sulle domande. Nel Faccia a faccia di questo numero abbiamo intervistato il maestro del trasformismo internazionale, Arturo Brachetti. 

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