Un Almanacco alla conquista
In questo numero raccontiamo alcuni dei progressi scientifici e tecnologici che hanno modificato la vita dell’uomo in diversi settori, avvalendoci del supporto delle direttrici, dei direttori e delle ricercatrici e dei ricercatori dei Dipartimenti del Cnr
Eventi spartiacque come l’introduzione della rete internet nel tessuto socioeconomico globale o come la pandemia della Covid-19, affrontata grazie alla messa a punto di efficaci vaccini, ricordano quanto la ricerca scientifica, le sue scoperte e lo sviluppo di prodotti utili in vari campi condizionino in maniera sostanziale la nostra vita. Per sottolineare come gli studi e i risultati raggiunti dagli scienziati siano fondamentali per il progresso della società e per migliorare l’esistenza umana abbiamo voluto dedicare questo numero dell’Almanacco della Scienza ad alcune delle conquiste scientifiche più importanti, ciascuna legata a uno dei sette Dipartimenti dell’Ente, avvalendoci del supporto delle ricercatrici e dei ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche.
Nel Focus, Stefano Fabris, direttore del Dipartimento di scienze fisiche e tecnologia della materia, e Mario Barra dell’Istituto superconduttori, materiali innovativi e dispositivi ricordano l’invenzione del laser, utilizzato efficacemente in diversi settori; dell’Intelligenza Artificiale parla Emilio Fortunato Campana, direttore del Dipartimento ingegneria ICT e tecnologie per l’energia e i trasporti; Antonello Bonfante, dell’Istituto per i sistemi agricoli e forestali del Mediterraneo, afferente al Dipartimento scienze bio-agroalimentari, spiega i vantaggi dell’uso delle nuove tecnologie - dai sensori ai droni - in agricoltura. E all’agricoltura rimanda anche l’intervento di Lidia Armelao, direttrice del Dipartimento di scienze chimiche e tecnologie dei materiali, e di Matteo Guidotti dell’Istituto di scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta”, che esamina le ricadute positive nella riduzione delle carestie che ha avuto l’uso nei campi del nitrato d’ammonio.
Luigi Cavaleri e Alvise Benetazzo dell’Istituto di scienze marine, struttura del Dipartimento scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente, sottolineano i giovamenti ottenuti dallo studio delle mareggiate nella comprensione del cambiamento climatico. E a questo habitat ci porta anche l’intervento di Ester Cecere, curatrice della rubrica Vita di mare, dedicato agli avanzamenti nell’esplorazione degli abissi marini grazie alla realizzazione e all’uso dei batiscafi.
Giovanni Maga, direttore del Dipartimento di scienze biomediche, illustra la tecnologia CRISPR-Cas9 e i passi avanti che ha permesso nella genomica; Elena Tomasuolo dell’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Dipartimento scienze umane e sociali, patrimonio culturale parla della Lingua dei segni e dei benefici che la sua introduzione e il suo uso hanno significato per la vita delle persone non udenti.
Al centro della rubrica Salute a tavola c’è invece il processo di pastorizzazione del latte, spiegato da Concetta Montagnese dell’Istituto di scienze dell’alimentazione; nella sezione Teatro della rubrica Scienza in scena si illustra lo spettacolo “The dark lady”, dedicato a Vera Rubin, la scienziata che ha individuato la materia oscura, spiegata da Alessandro Rossi dell’Istituto di fisica applicata “Nello Carrara”; in Cinescienza si ricorda la pellicola “Oppenheimer”, che fornisce lo spunto per parlare della bomba atomica con Pietro Calandra dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati; all’invenzione della pila elettrica fa invece riferimento Alessandro Moriconi dell’Istituto di ingegneria del mare in Sonetti matematici.
In Altra ricerca si ricordano il “Reggio Film Festival”, in corso dal 6 al 12 novembre e dedicato all’Intelligenza Artificiale, e il simposio della Fondazione Ri.med, che si svolge a Palermo il 26 e 27 ottobre ed è incentrato su vaccini e terapie post pandemia.
All’argomento del numero riportano anche le Recensioni con i volumi “La particella alla fine dell’Universo” (Codice edizioni), “Algoritmi, monaci e mercanti” (Codice edizioni) e “Digital Humanities” (Carocci editore).
Buona lettura!