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L'informatica riunisce i sape

DiCultHer
di Sandra Fiore

In una conferenza tenutasi a Roma, promossa dall'Accademia dei XL, si è discusso del patrimonio storico-scientifico e di come comunicarlo e valorizzarlo. Il largo impiego del digitale per la catalogazione e gestione di biblioteche-archivi, come nel progetto 'Portale degli archivi della scienza' ha fatto superare il dualismo tra scienze esatte e umanistiche

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Nell'anno europeo del patrimonio culturale, l'Accademia dei XL, nata nel 1782 per riunire gli scienziati italiani e far conoscere la loro opera in tutta Europa, ha dedicato una conferenza sull'importanza degli strumenti informatici per comunicare e divulgare i nostri beni in un mondo globalizzato. In questo patrimonio sono comprese testimonianze, quali strumenti, macchine, reperti naturali, disegni, mappe e pubblicazioni, associate frequentemente dall'immaginario collettivo alla ricerca e alla sperimentazione ma meno al concetto di bene culturale, più comunemente inteso nell'accezione estetica.

Questo approccio dualistico “è dovuto alla frattura tra i cosiddetti 'due saperi', umanistico e scientifico, come se entrambi non fossero espressione della creatività umana  o non avessero contribuito a creare il patrimonio di 'cultura' che  l'uomo di oggi ha ereditato”, ha affermato la presidente dell'Accademia, introducendo l'incontro 'La via digitale. Comunicare il patrimonio', Emilia Chiancone. L'evento, svoltosi il 31 gennaio a Roma, è stato promosso da DiCultHer-Digital Cultural Heritage School, network fondato nel 2015 e costituito da oltre 60 istituzioni, tra cui il Cnr, per la nascita di una scuola a rete con lo scopo di diffondere le competenze digitali nel settore.

Negli ultimi tempi si è molto discusso sulla dicotomia dei saperi, ma a ben guardare sono state proprio le tecnologie digitali ad avvicinare i due ambiti di conoscenza, essendo divenute pervasive in tutte le attività dell'uomo: dalla catalogazione e inventariazione di archivi e biblioteche alla ricostruzione virtuale di aree archeologiche per migliorarne la fruizione, dall'interazione 3D con strumenti scientifici per capirne l'utilizzo all'esplorazione di antiche mappe, come testimoniato dall'allestimento del Museo Galileo di Firenze, illustrato durante l'incontro.

Carmine Marinucci, segretario generale di DiCultHer, ha affermato che per incrementare la competitività è necessario andare oltre le cosiddette Stem (Scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), per porre alla base dell'educazione anche l'arte e il design che oggi possono essere rilanciate grazie al digitale. A una cultura unica, senza egemonie, ha fatto richiamo anche Silviero Sansavini, docente dell'Università di Bologna, che ha illustrato in un excursus l'origine della divisione tra scienze esatte e umanistiche, sottolineando il rischio contemporaneo di un'eccessiva tecnicizzazione senza umanità o il predominio dell'economia e del mercato su tutti i saperi. Annibale Mottana, accademico dei XL e docente all'Università di Tor Vergata, ha ricordato come l'Accademia sia nata riunendo i 40 più illustri scienziati di ogni parte d'Italia, tra cui Alessandro Volta, Lazzaro Spallanzani, Luigi Lagrange e Ruggero G. Boscovich. “Il patrimonio storico scientifico è un campo privilegiato per la telematica”, ha sottolineato Giovanni Paoloni, docente dell'Università Sapienza di Roma che ha presentato, tra l'altro, il progetto 'Portale degli archivi della scienza'. Paolo Cavallotti, responsabile dell'Ufficio digital del Museo 'Leonardo da Vinci' di Milano, ha toccato il tema dei social che hanno permesso di raggiungere nuovi pubblici, soprattutto le nuove generazioni

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