Per “sentirsi a casa” devono quindi coesistere diversi fattori, utilizzati anche in alcuni percorsi psicoterapeutici per la stabilizzazione emotiva di sintomi traumatici. “È una sensazione complessa, un mix tra appartenenza e protezione, contrapposto al bisogno di esplorare ambienti nuovi e diversi. È la manifestazione adulta di quella fondamentale esperienza provata da bambini chiamata 'posto sicuro'”, conclude Cerasa. “Da bambini, si cerca all'interno della propria casa un luogo segreto dove poter trovare pace e serenità, dove niente di negativo o traumatico possa entrare. Tendiamo poi, crescendo, a dimenticare questo posto magico, che però rimane per sempre dentro di noi e continuiamo a cercarlo inconsciamente per tutto il resto della vita in altri luoghi. Ha una valenza così profonda per lo sviluppo psicologico, del bambino prima e dell'adulto poi, che in psicoterapia viene utilizzato come tecnica immaginativa quando l'individuo si sente sopraffatto da emozioni e sensazioni angoscianti che lo riportano al momento del trauma. Rientrare nel proprio 'posto sicuro' attraverso l'immaginazione permette alla persona di alleviare i sintomi di ansia e angoscia e recuperare uno stato di benessere”.
Fonte: Antonio Cerasa, Istituto per la ricerca e l'innovazione biomedica , email antonio.cerasa@cnr.it -