Quando la personalità è gelida
Ci sono persone che hanno difficoltà a provare e a esprimere emozioni, che non si fanno coinvolgere nelle situazioni e mantengono costantemente un atteggiamento distaccato, manifestando una personalità fredda e poco empatica. Con Antonio Cerasa, direttore dell’Istituto bioimmagini e sistemi biologici complessi, abbiamo esaminato le caratteristiche e le motivazioni che determinano questi comportamenti
La nostra vita quotidiana è basata su relazioni interpersonali, ci sono quelle familiari, quelle di amicizia, quelle d’amore, ma anche quelle legate agli impegni professionali, e in ciascuna di esse si manifesta la nostra personalità, il nostro modo di interagire con gli altri, che non è uguale per tutti. A ognuno di noi è capitato di imbattersi in individui empatici, affettuosi, estremamente sensibili, che contengono a fatica le loro emozioni e che si fanno coinvolgere in modo a volte esagerato in tutte le situazioni. All’opposto, ci sono invece persone fredde, che hanno difficoltà nel provare e nell’esprimere emozioni, che appaiono ciniche e indifferenti anche in situazioni coinvolgenti. Personalità diverse, dunque, come spiega Antonio Cerasa, neuroscienziato, direttore dell’Istituto di bioimmagini e sistemi biologici complessi (Ibsbc) del Cnr: “La personalità è un aspetto fondamentale della psicologia umana e rappresenta l'insieme di caratteristiche e modelli comportamentali che ci distinguono gli uni dagli altri. Dal punto di vista scientifico, esistono i ‘tratti di personalità’ - cinque in totale, i cosiddetti Big Five, i cinque grandi fattori della personalità: nevroticismo, estroversione, amicalità, coscienziosità, apertura mentale -; mentre un’altra classificazione degli esseri umani riguarda i ‘tipi psicologici’. I ‘tipi’ sono mega-tratti che descrivono gli individui all’interno di più grandi dinamiche sociali; mentre i tratti di personalità descrivono le caratteristiche individuali dei singoli, i tipi descrivono la somiglianza di comportamento tra una moltitudine di individui che si comportano e pensano allo stesso modo”.
La letteratura psicologica nel tempo ha classificato vari tipi psicologici. “Ci sono i dominanti versus i sottomessi, i conservatori versus i progressisti, ma anche persone calorose versus fredde”, chiarisce Cerasa.
Ma cosa si intende con freddo? “In psicologia, il termine freddo non è un'etichetta clinica, bensì una descrizione narrativa per indicare individui che tendono a mostrare un comportamento distaccato, riservato e poco emotivo all’interno di dinamiche sociali”, chiarisce il direttore del Cnr-Ibsbc. “Alla base del calore e della freddezza c’è un atteggiamento verso gli altri che viene definito come socialmente egocentrico (individui freddi) o non egocentrico (individui caldi). Ad esempio, gli individui freddi apprezzano maggiormente l'autonomia, mentre gli individui caldi apprezzano di più l'accudimento; gli individui freddi vedono gli altri come meno affidabili, mentre gli individui caldi vedono gli altri come più affidabili; le persone fredde cercano spesso di isolarsi dagli altri, mentre quelle calde sono al contrario a volte troppo dipendenti dagli altri e motivate a compiacerli. Queste caratteristiche, tuttavia, non definiscono una patologia, bensì un modo diverso di relazionarsi con il mondo e con gli altri”.
Tra gli elementi centrali della personalità percepita come fredda c’è il rapporto con le emozioni e con l'empatia. “Gli individui ‘freddi’ tendono a regolare le proprie emozioni in modo più razionale, limitando l’espressione visibile dei sentimenti. Questo approccio può essere interpretato come una strategia adattiva in determinati contesti, come le situazioni di alta pressione o i ruoli professionali che richiedono distacco emotivo”, aggiunge il ricercatore. “Per quanto riguarda invece l’empatia, alcuni soggetti con personalità fredda potrebbero mostrare empatia cognitiva (comprendere le emozioni altrui) senza necessariamente provare empatia emotiva (condividere quelle emozioni). Questo non significa che siano prive di empatia, ma che tendono a viverla in modo meno intenso e meno manifesto”.
Non bisogna però considerare il temperamento freddo intrinsecamente negativo, ci sono infatti situazioni in cui questa caratteristica della personalità può rivelarsi addirittura un punto di forza. “Alcuni professionisti come i medici, gli scienziati o i giudici, ad esempio, spesso devono prendere decisioni cruciali, evitando di farsi sopraffare dalle emozioni”, precisa l’esperto, che conclude precisando: “In definitiva, come ci comportiamo all’interno di contesti sociali ci definisce nelle classificazioni di freddo o caldo, è però il contesto sociale che ci porta a questa distinzione: avere un temperamento freddo non significa essere freddi, ma solo mostrarsi in determinati contesti con quelle caratteristiche. Essendo l’ambiente il principale fattore che influenza l’espressione di questo tipo di manifestazione comportamentale, è probabile che avere un temperamento freddo o caloroso sia più legato a un apprendimento durante lo sviluppo che a una vera e propria base genetica”.
Fonte: Antonio Cerasa, Istituto di bioimmagini e sistemi biologici complessi, antonio.cerasa@cnr.it