Focus: Emergenze

Bullismo: aumenta anche l'attenzione

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di Marco Serio

Secondo Sergio Benvenuto, psicologo dell'Istc-Cnr, non è un fenomeno nuovo, ma ha caratteristiche diverse rispetto al passato: è meno tollerato, più diffuso e amplificato dalla rete

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Negli ultimi anni, con frequenza e ampiezza crescente, testate giornalistiche e talk show dedicano spazio a notizie e dibattiti sul tema del bullismo, specie in coincidenza di casi di cronaca drammatici, come quello della dodicenne di Pordenone indotta a tentare il suicidio dai suoi coetanei. Su 15.268 ragazzi intervistati da Skuola.net, 1 su 3 si è dichiarato vittima di episodi di bullismo. Nella fascia di età compresa tra i 14 e i 17 anni, i bullizzati sono addirittura 2 su 5. Secondo Sergio Benvenuto, dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr, non siamo però di fronte ad una novità: ciò che è realmente cambiata è la sensibilità collettiva. “Oggi il bullismo ci appare più diffuso dal momento che, almeno pubblicamente, esso viene sempre meno tollerato dagli adulti, siano essi genitori o educatori”.

Un tempo, invece, la tolleranza era tanto diffusa da portare quasi a una 'istituzionalizzazione’ del fenomeno. “Basti pensare alle feste delle matricole universitarie oppure al nonnismo verso le reclute durante il servizio militare”, prosegue il ricercatore. "Venuta in qualche modo meno questa complicità degli adulti, aumenta la determinazione nel reprimere comportamenti e manifestazioni presenti in comunità giovanili, quali la scuola e l'esercito".

Una componente cui non si dedica la stessa attenzione è il bullismo femminile rispetto a quello maschile, che si esplica con azioni diverse ma non meno gravi: “Se ne parla meno perché non è fisico, come quello tra maschi, ma verbale, a base di gossip e calunnie. Lo si vede bene in un film recente, 'La vita di Adele’ di Abdel Kechiche, dove una ragazza sospettata di essere lesbica viene 'bullizzata’ dalle compagne”, aggiunge Benvenuto.

Secondo uno studio Hbsc (Health Behaviour in School aged Children) la percentuale di bambine, che già a 11 anni dichiara di aver subito occasionalmente atti di bullismo tra gli anni 2011 e 2014 è passata dal 9,2% al 17,3%. Gli episodi di bullismo online colpiscono poi più le femmine.

Le nuove tecnologie, sono al tempo stesso i canali di diffusione di molti atti di violenza ma anche maggiore visibilità a cui il fenomeno è sottoposto. “Ovviamente anche il bullismo si serve delle tecnologie più avanzate, in particolare di Internet, dello streaming…”, continua lo psicologo. “Prima si facevano circolare bigliettini, ora immagini imbarazzanti della vittima. Anche qui ci è di aiuto un film, 'Disconnect’ del 2012, diretto da Henry Rubin, in cui un adolescente tenta di impiccarsi dopo essere stato ridicolizzato via Internet dai compagni di scuola”.

Tra i ragazzi è sempre più diffuso anche il 'sexting’, ossia lo scambio di video e foto o di testi dal contenuto sessuale attraverso, cellulari e internet. Un fenomeno che sfugge agli adulti se è vero che in Italia solo il 15% dei genitori di ragazzi che hanno sperimentato il sexting ne sono consapevoli, a fronte del 20% dei francesi, del 25% di inglesi e olandesi e del 29% degli spagnoli.     

 

Fonte: Sergio Benvenuto, Istituto di scienze e tecnologie della cognizione, Roma, tel. 06/44362370(6 , email sergio.benvenuto@istc.cnr.it -

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